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Piange il Telefono, quello di Letta. Chiamatelo!

Di Claudia Golightly – Con la piccola Francesca Guadagno (ormai mica tanto piccola, anzi grande doppiatrice) Domenico Modugno cantava “Piange il telefono”. Una canzone che parlava della disperazione di un uomo che chiamava a casa di una donna, ma che invece trovava una dolcissima bambina. Ecco, avete presente questa situazione? Non c’entra niente con quello che sto scrivendo. Ma in realtà c’è un elemento, che uso da gancio: il telefono.

Proprio questo strumento ha consentito a Enrico Letta a non cadere in depressione nelle ore tormentate del suo addio alla guida del governo. Clima nero, da ultimo giorno di gloria: Letta arriva in macchina (da solo e alla guida) con una lacrimuccia che gli scende. Immagine immortalata e che ha riempito tutti i giornali. Insomma un giorno tanto felice  non deve essere  stato, nonostante voci e agenzie dicessero che Enrico stava, in qualche modo, festeggiando la fine con un pranzo tra i membri del suo staff. Addirittura c’era la voce: si è concesso una birretta (bevanda che non porta fortuna agli esponenti del Pd, vi ricordate la pinta di Bersani?).

E poi, dopo le pacche e le strette di mano con i suoi ministri, cosa gli rimaneva? Il Quirinale con Napolitano…. Allegria! Eppure i suoi amici, quelli che contano, non lo avevano dimenticato. Quanto contano le amicizie importanti in questi momenti!

Ring, ring! Pronto c’è il premier dimissionario? Alla cornetta è il presidente della Commissione Ue Jose’ Manuel Barroso, il quale esprime il suo “grande apprezzamento” per la “cooperazione sviluppata in questo periodo”. Barroso sottolinea come Letta “ha dimostrato di essere un europeista impegnato” ed “e’ stato un piacere lavorare con lui”.

Dici, ok… ma Barroso in fin dei conti non è così appagante. E allora è il presidente degli Stati Uniti d’America a far squillare lo smartphone (avrà uno smartphone?) di Enrico. Barack Obama è uno che per gli amici concede sempre due minuti. Obama era in volo sull’Air Force One, e non ci ha pensato due volte a comporre il numero. Mr Obama rivolge a Letta “i complimenti per il lavoro svolto insieme a livello internazionale”. Ma la cosa più belle è che “gli ha confermato la sua sincera amicizia”. Urrà.

Passano i giorni, lui sparisce. Anzi, no. Compare per le vie di Roma, con suo figlio (e questo è sacrosanto). Ma poi non si sa più niente. Quasi 300 giorni di governo e d’un tratto non sei più nessuno. Eppure c’è qualcuno che non dimentica. Qualcuno di importante, che una parola buona la spende sempre (per i dimenticati, ah ah). Una personalità ancora più forte, più alta, di Obama. Si tratta del Pontefice, di Papa Francesco.

E’ accaduto tutto nel pomeriggio di mercoledì, quando uno streaming qualunque fa passare inosservata l’entrata di Silvio Berlusconi dalla porta principale di Palazzo Chigi. In una giornata così nessuno si sarebbe ricordato del premier uscente. E invece Papa Francesco lo ha chiamato. D’altronde la chiacchiera telefonica al Papa piace. La notizia è stata riportata, con un taglio molto basso (anche perché lo stesso Pontefice aveva fatto cose più importanti). Il colloquio telefonico, riferiscono anche fonti vicine a Letta, e’ stato molto affettuoso. “Letta e’ rimasto molto soddisfatto e ha ringraziato Papa Bergoglio”, scrivono le agenzie. Che si sono detti di preciso? Lo sanno solo loro due, e Dio…. Ora, Enrico Letta ripiomberà a essere considerato solo come “il nipote”, o avrà incarichi ancora di maggior prestigio? Aspettiamo, come aspetta lui. Comunque, se gli volete fare una telefonatina (magari può servire al nuovo governo!), Enrico ha il telefono a portata di mano. (i fatti sono tratti da storie vere e da fonti controllate!)

 

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