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Via il Segreto di Stato? Renzi, raccontacene un’altra!

Di Marcello Rubini – Sarebbe troppo bello se finalmente il segreto di Stato fosse abolito, levato per sempre. Anzi, sarebbe troppo. Sarebbe troppo grande lo shock di sapere chi erano i mandanti e gli assassini, autori ed esecutori dei più sanguinosi e macabri delitti italiani. Sarebbe veramente la rivoluzione conoscere e capire, una volta per tutte, le atroci verità dietro gli omicidi e gli eccidi di Stato. La rabbia poi sarebbe enorme e scaricata con troppa precisione sui colpevoli dei casi Alpi, Mattei, Calvi, Orlandi. E potremmo scoprire finalmente se furono i Palestinesi a mettere la bomba alla stazione di Bologna. E ancora: Ustica, Peteano, treno Italicus, piazza Fontana.

Sarebbe finalmente tutto chiaro e trasparente. Questo Stato sarebbe finalmente dalla parte dei cittadini, contro i decenni più bui della democrazia occidentale. Finalmente ci sarebbe una vera rivoluzione.

Eppure c’è aria di fregatura. C’è quasi la certezza di ricevere l’ennesima balla. Ed infatti, tranne clamorosi colpi di scena, sarà tutta una farsa. “Quelle di cui parla Renzi sono tutte arrivate nelle mani dei Pm nell’ultimo ventennio e, pur svelando qualcosa di importante, non hanno certo portato alla verità”, scrive Nicola Biondo sul Blog di Beppe Grillo.

 “I colpevoli non sono stati trovati, anzi nell’ultimo processo per la strage di Brescia – che ha attinto a piene mani e liberamente agli archivi dei servizi e della Presidenza del Consiglio – gli indagati sono stati assolti. Mentre Piazza Fontana è ormai un caso chiuso e nulla al momento fa pensare ad una riapertura. E buona parte sono state acquisite dalle commissioni parlamentari di inchiesta ma poi messe in scatola e basterebbe rendere pubbliche quelle senza annunci falsi e roboanti”.

Quindi ecco quale sarebbe la finta mossa che utilizzerebbe Matteo Renzi: “Le carte di cui parla Renzi sono quindi desecretate e in molti casi già consultabili”. “Insomma siamo alla solita cinica televendita per dire “qualcosa di sinistra”. Ovviamente il segreto di Stato esiste, ed è stato opposto – recentemente – nel processo per il rapimento di Abu Omar, uno degli ultimi esempi di servilismo e di svendita dell’interesse nazionale. Sono proprio carte di questo tenore a rimanere “intangibili”: i documenti Nato, quelli che parlano di accordi sulle basi militari, della presenza di testate atomiche in Italia, di interessi stranieri nel Paese o anche le carte che riguardano il Quirinale. E molte altre carte chissà dove sono finite: magari in qualche archivio parallelo, come quello scoperto da Aldo Giannuli sulla Circonvallazione Appia a Roma nel 1997, mentre al Viminale regnava Giorgio Napolitano”.

“Lo Stato Italiano non ha infatti una mappa dei suoi archivi: altro che carte fantasma, noi abbiamo interi archivi fantasma, che nessuno sa dove siano e cosa contengano”, ribadisce Biondo.

Infine la conclusione: “Complimenti quindi al premier e a Repubblica, che promettono di pubblicare solo ciò che è già pubblico da anni. D’altronde, il cinismo non ha limiti quando si tratta di qualche voto in più. Ronald Reagan pur di farsi eleggere promise di rivelare la verità sugli UFO, e Berlusconi garantì la cura del cancro”. Ecco dunque “i venerabili maestri del giovane Renzie”.

Neanche Giorgia Meloni non si lascia entusiasmare da questa grossa mossa a sorpresa di Renzi. “Apprendiamo con soddisfazione la decisione del presidente del Consiglio Renzi di togliere il segreto di Stato sulle stragi che hanno segnato profondamente il popolo italiano e la storia della nostra nazione dal dopoguerra. Un lungo elenco di eventi drammatici sui quali, pero’, non e’ stata fatta ancora chiarezza”. “Purtroppo – continua – siamo consapevoli che la direttiva che dispone la declassificazione degli atti relativi ai fatti di Ustica, Peteano, Italicus, Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Gioia Tauro, stazione di Bologna e Rapido 904 non sia da sola sufficiente a fare piena luce su quello che e’ successo. Per farlo e per rendere finalmente giustizia alle vittime, riteniamo che a questo buon punto di partenza si debba necessariamente aggiungere la reale e ferma volonta’ da parte di tutte le istituzioni di conoscere la verità”.

Non ci resta che aspettare e vedere. Nel caso si trattasse di un balla Renzi si dovrebbe dimettere seduta stante. Nel caso mostrasse documenti già pubblicati, dovrebbe lasciare immediatamente ogni carica pubblica. Nel caso invece si arrivasse alla verità, l’Italia sarebbe finalmente un Paese migliore e in più linea con la giustizia. Ma in questo momento è molto più probabile pensare alle prime due ipotesi, e già sale la collera, specialmente se ci si immedesima un attimo, ma anche solo uno, nei parenti delle vittime.

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