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I 10 motorini di quando eravamo pischelli

Di Giovanni Augusta e Soichiro Honda  – Hanno fatto parte della nostra quotidianità: con la pioggia, la grandine e il gelo, o con il sole cocente che bruciava la sella. Hanno assistito alle prime vere imprese, i primi appuntamenti, le prime risse, le prime seghe a scuola, le prime sigarette. Ci hanno fatto esplorare la città, fino ai posti borderline. Ci riportavano a casa, anche dopo le cadute più dolorose. Quando salivamo sopra di loro ci scordavamo di tutto ed eravamo leggeri. Rappresentano tutt’ora la nostra vera spensieratezza. Ci hanno accompagnato per lunghi anni, durante gli anni più belli, quelli “in motorino sempre in due”.

10. Sh

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Il re dei motorini, con il sellone grande per portare la pischella. Era comodo, comodissimo. Aveva un ottimo scatto e ottime velocità massime. Era indistruttibile. Ruote alte, ce potevi piegà che era una meraviglia. Era il motorino più semplice ma quello con più personalità. C’è gente che ancora ci gira ed è in ottime condizioni. La cosa bella è che i fratelli se lo passavano, chi ha avuto i fratelli più grandi ha ereditato quello vecchio beige che, seppure vecchio, non sfigurava. Aveva un suo perché, il sapore vintage anni ’90.

9. Sky

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Sky o Sky Vetro? Un plasticone infernale, se cadeva dal cavalletto si rompeva subito un pezzo, e dovevi subito rubare il pezzo sostitutivo. A Roma c’è sempre stata la guerra a incularsi gli scudi, farlo era facilissimo, quattro viti dietro e via. Detto questo ce l’avevano due categorie di persone. O il pariolino precisino o il pariolino boro con la tuta dell’adidas e le silver. Comunque pariolino.

8. Ciao

ciao

Rudere di motorino, completamente fuori dal tempo e dalle mode. Per i quattordicenni degli anni 2000 era già un pezzo di storia. Era vecchio, ed era vecchio anche chi lo portava. Aveva il parabrezza enorme rispetto al telaio, sembrava un incrocio tra uno scudo della celere e una vetrina di una banca. Era proprio brutto a vedersi. Era pericoloso anche per andare a comprare il latte. Dovevi mettere la miscela. Perdeva olio. Ma aveva comunque il suo fascino, oggi sarebbe molto hipster.

7. Zx

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Un solo posto dove andare a comprare lo Zx: Magazzini Rossi. Stiamo parlando del simbolo eterno delle due ruote dei quattordicenni di dieci anni fa. Il sogno proibito di un’intera generazione. Costava una cifra, se eri più alto di uno e sessanta era scomodissimo. In due un travaglio. Dovevi essere stilisticamente perfetto per piegare con lo Zx, perchè il ginocchio batteva sul manubrio e il cavalletto toccava per terra. Il giusto mix tra il pariolinismo e un po’ di coatto. Era il motorino del pariolino sveglio, quello con personalità. Quelle ruote piccole hanno tradito più di una volta. Era di importazione giapponese. Il 90% di chi lo guidava sembrava l’Orso Yogi sul triciclo.

6. Booster

booster

Andava un po’ più al Nord Italia che a Roma, in ambienti un po’ hip-pop. Ma anche a Roma si vedeva spesso. La particolarità del booster era che era un piccolo carrarmato, camminava ovunque perchè sembrava avesse dei cingolati al posto delle ruote. Nella capitale ci si sedevano gli sfigati bori, quelli con la tuta acetata, il bomber North Face stile omino Michelin e l’occhialone tondo a mosca Dior, talmente brutti che al semaforo non ci potevi stare accanto.

5. Liberty

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Fondamentalmente un motorino da donna o da effemminati. Certo, se ti diceva sfiga in famiglia e tua madre aveva il Liberty te toccava.

4. Vespa

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E’ eterna. Difficile trovare l’amico che avesse la Vespa originale degli anni ’70, ma chi ce l’aveva era una vero e proprio cacacazzi. La utilizzava solo in alcuni giorni, quando c’era il sole, l’asfalto era pulito e c’era il garage a portata di mano. Non esisteva che ci andava al Gilda alle 16, o alle partite di calcetto, perchè aveva paura che gliela inculassero, che si ammaccasse o che qualcuno gli chidesse: “Posso guidarla?”. Alla fine, per questi motivi, stava sempre nel box auto del padre.

3. Zip

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Nato per la pista, ma in città ce l’avevano i coatti, o i polacchi. Però la versione Polini ha sempre il suo perchè.

2. Moto

moto

Ce l’avevano gli esaltati, quelli erano gli anni dei successi di Valentino Rossi e Max Biaggi quindi erano tutti fomentati e volevano avere la moto, anche se avevano solo 14 anni. Costava e consumava un botto, di solito era il premio per qualche promozione con ottimi voti. Bisognava aspettare quei due anni che facevano la differenza per prendersi subito il 125, ma a volte non si poteva proprio aspettare. La regina incontrastata rimane la Cagiva Mito, rossa o nera. Ma c’era anche l’RS 50 che non aveva niente da invidiarle.

1. Scarabeo

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Un evergreen, adatto a qualsiasi categoria di pischello. L’alter ego italiano dell’Sh. Inculare gli scudi era ancora più facile dello Sky. Era uno dei più truccabili, dalla marmitta al carburatore. Le prestazioni erano decenti anche se gli levavi solo i diaframmi. Era unisex. C’era chi aveva il sellino piccolo, e il passeggero in quel caso stava sul montapacchi che a ogni buca era una bestemmia.

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