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Roma

Fermentazioni, Roma beve birra buona

Di Bruno Cortona – La seconda edizione del festival di birra Fermentazioni è stata un successo mai visto, quasi inaspettato. Indiscrezioni dicono che c’è stato addirittura un più 40% di presenze rispetto all’anno scorso, valori di crescita da Facebook o Apple. Sarà per la partnership con Eataly, sarà per il clima e le date perfette per concedersi una serata di svago dopo le vacanze, certamente per una cultura, quella della birra, in pieno boom sociale ed economico nella nostra città. 32 stand di birrifici, ognuno con almeno 6 spine, per un totale di più di 200 birre diverse da provare, gustare, bere. Scenografia a metà tra underground e trendy, bevitori esperti e ambiente rilassato. Al piano di sopra una mostra fotografica. Quasi un paradiso per gli amanti della birra artigianale e non solo per loro.

Anche pagare era divertente. Dopo gli 8 euro d’ingresso, una volta dentro si potevano comprare dei gettoni, ognuno al costo di un euro e del valore di 10 cl di birra. A ogni stand c’era la possibilità di bere birra per uno, due o tre gettoni (anche se conveniva sempre chiederne uno tanto i birrai sono generosi). Grandi nomi, come Birra del Borgo o Baladin, ma anche birrifici più piccoli in espansione, come Turan e Free Lions. Tutti italianissimi, tutti eccellenti. Le birre le ha scelte il deus ex machina del festival, Andrea Turco, che abbiamo intervistato di fronte a una buona birra nel bel mezzo della serata conclusiva.

Un commento su questi tre giorni di Fermentazioni

Sono stati tre giorni magnifici, la seconda edizione è andata alla grande. Abbiamo avuto un incremento delle visite, dei partecipanti e dei birrifici. Veramente un festival venuto bene, sono molto felice di questo.

Vi aspettavate questo successo? Noi abbiamo dovuto parcheggiare dietro il Ministero degli Esteri

Sono contento di questi disagi (ride), puntavamo a crescere. L’anno scorso al debutto abbiamo avuto un bel ritorno di pubblico. Puntavamo a crescere molto e ci siamo riusciti. Siamo pienamente soddisfatti.

A Roma la cultura della birra e’ letteralmente esplosa, aprono beer shop in ogni angolo. Pensi che il processo continuera’?

Roma è un mercato maturo per chi lo vive da dentro. In realtà c’è ancora molto da fare, è la punta dell’iceberg quella che stiamo vedendo. Tutto questo successo che hanno le birre artigianali a Roma in realtà è ancora soltanto un piccolo esempio di quello a cui può aspirare. Secondo me si può ancora sviluppare molto e noi siamo qui per promuovere la birra artigianale e cercare di sviluppare il mercato.

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Dopo questo successo quali sono i progetti per il futuro?

Le valutazioni le faremo da domani, anzi dopodomani. L’idea è quella di diventare il festival di riferimento per la birra italiana. La volontà sarebbe quella di ampliare la rappresentatività dell’Italia brassicola, anche nel numero dei birrifici. Officine Farneto è eccezionale, non la cambieremo mai.

Ultima sera del festival. Ne saranno successe di tutti i colori in questi tre giorni…

La cosa più difficile di un evento del genere è riuscire a mandare via le persone alla fine quando bisogna chiudere. Ancora più difficile è però mandare via i birrai che continuano a bere a porte chiuse tra di loro, e vorrebbero rimanere fino al mattino.

Salutiamo e ringraziamo Andrea Turco, abbiamo ancora troppi gettoni e manca poco all’orario di chiusura.

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