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Roma

Usiamo gli zingari per la raccolta differenziata!

Di Teodoro Balsamone – Sono anni che i romani ce l’hanno coi rom perchè frugano nei cassonetti e fanno accatonaggio illegale. Come risolvere il problema non creando malcontento e non mostrandosi intolleranti? Semplice, dando lavoro agli zingari facendogli continuare a frugare nei bidoni, ma in maniera professionale e socialmente utile, affidandogli la raccolta differenziata.

Sembra un’assurdità, e invece la proposta viene non di meno che dal Campidoglio, precisamente da Francesca Danese, assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma. Per favorire l’integrazione, l’assessora ha proposto che i nomadi si occupino della raccolta differenziata dei rifiuti e dei materiali in disuso abbandonati a Roma. Danese ne ha parlato con l’agenzia di stampa Dire al termine di una visita, qualche giorno fa, alla struttura”Best House rom”, il centro d’accoglienza in via Visso che ospita 288 rom di cui circa 150 minori, in una struttura senza finestre.

Immediatamente le sue parole hanno fatto il giro della città, ragazzi, adulti, anziani, tutti d’accordo con l’assessora e con la sua proposta. Talmente d’accordo che nei gruppi Facebook di quartiere si pensava che la proposta fosse già legge, e gli utenti se la prendevano di nuovo con i rom che vedevano ai cassonetti, intimandoli di “andare a lavorare”. Ma purtroppo per tutti quelli che erano d’accordo con la Danese, la sua è ancora una provocazione e una semplice idea.

rom cassonetti-2

“C’è un problema di riconciliazione con la città” perchè “li accusano di essere quelli che vanno rubare. Noi dobbiamo fare un lavoro diverso, ridisegnare le politiche dell’accoglienza, parlare con le persone, vedere quali sono i loro bisogni. Loro sono molto bravi nel recuperare nei quartieri i rifiuti e i materiali in disuso – ha detto l’assessore – sarebbe importante, e questa cosa era già passata in commissione politiche sociali, riuscire a dare la possibilità di fare un lavoro per la comunità e per la città di Roma, prendendo questi rifiuti e selezionandoli”.

L’opposizione, come è giusto che sia, ha subito risposto a tono. “L’assessore Danese si improvvisa talent scout e vorrebbe legalizzare il rovistaggio – attacca Pietro Di Paolo, capogruppo Ncd della Regione Lazio – Non sapremmo in quale altro modo intendere la bizzarra idea di utilizzare i rom per la raccolta differenziata: come è noto la capacità di selezionare i rifiuti da parte dei nomadi deriva proprio dall’arte di rovistare nei cassonetti, attività venuta meno solo con la graduale eliminazione dei cassonetti nei quartieri in cui è partita la raccolta dei rifiuti porta a porta”. Alfio Marchini commenta con ironia: “Siamo su scherzi a parte?”.

Opera Nomadi nel frattempo fa sapere che “quello di usare i rom per la raccolta dei rifiuti è un nostro progetto storico, che è stato già portato a Roma nel 2006 dopo la prima proposta nel 1990 con la prima cooperativa dei rom, concretamente attuato solo otto anni dopo nel XII municipio. Non solo siamo favorevoli, ma rivendichiamo la primogenitura della proposta”. Che questa proposta diventi realtà? La risposta dei cittadini e’ stata positiva, vedremo quella dei politici.

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