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Fritz Kalkbrenner agli Internazionali: Roma e’ cambiata

Di Francesco Cianfarani – Programma del Villaggio Vip degli Internazionali 2012: Jerry Cala’, Gigi D’Agostino, Gigi D’Alessio, Martin Solveig. Programma della Ballroom degli Internazionali 2015: Fritz Kalkbrenner, Four Tet, Black Coffee, Tiger&Woods. Sono passati tre anni, ma ne sembrano passati venti.

Gli Internazionali di tennis, quelli notturni intendiamoci, rappresentano (che lo vogliamo o no) l’evento clou della stagione romana. Da aprile a ottobre non esiste un evento così lungo e così tanto frequentato dai giovani capitolini. Sono migliaia i ragazzi e le ragazze che partecipano almeno a una delle serate della kermesse mondana. Un evento che fotografa perfettamente il cambiamento radicale di una città che ha avuto una metamorfosi totale negli ultimi anni, una trasformazione che è sotto gli occhi di tutti.

A Roma e’ cambiato tutto, se prima i locali di tendenza erano quelli grandi, luminosi, bianchi e popolari, come l’Art Cafè, il Sophia e l’Elyx, adesso la moda sono i locali piccoli, intimi, scuri e un po’ austeri come il Vicious, il Goa, il Circolo degli Illuminati. E anche la musica è cambiata, se qualche anno fa le hit da ballare erano David Guetta e Bob Sinclair, adesso si aspetta il momento in cui il dj mette Wankelmut e Paul Kalkbrenner. L’underground ha vinto, il commerciale ha perso. O, pessimisticamente, l’underground è diventata commerciale.

Ieri sera il Foro Italico ha raccontato al mondo il cambiamento della citta’ eterna: la gente era più o meno la stessa degli altri anni, di quando si chiamava ancora Villaggio Vip (il che dice tutto). Ma già dallo stile si capiva che qualcosa era cambiato, le donne acchittate un po’ volgarotte erano poche, erano invece tutte vestite total black, o comunque dark, anche gli uomini non avevano tutti la classica camicia bianca omologata, ma lasciavano spazio a più fantasia: magliette a tinta unita, camice da boscaiolo a quadri, taschini sul petto.

L’emblema di una città che è cambiata, che è molto più lontana da una concezione “napoletana” (senza offesa) delle serate, e più vicina a una direzione berlinese di serata. Uno stile piu’ sobrio, piu’ europeo, un rinnovamento che vuol dire una cosa sola: Roma si sta modernizzando, e l’ammodernamento parte dai ragazzi della generazione degli anni ’80 fino a quella di metà anni ’90. Grazie a internet, ai social network, a Skype, al poter allargare le conoscenze con un click, Roma è arrivata a capire che o mutava o rimaneva per sempre una città provinciale.

Da ieri Roma e’ cambiata, non e’ piu’ la stessa. Da ieri un’epoca si è chiusa e se n’è aperta un’altra. In questi giorni girava una frase che diceva: “Se Kalkbrenner avesse suonato al Palazzo dei Congressi sarebbe stata una serata da tossici, agli Internazionali invece vanno tutti a sentirlo”. Uno slogan che fa capire perfettamente quanto ormai a Roma l’underground è diventato mainstream, l’alternativo è diventato fichetto, il radical chic il nuovo pariolino. Anzi, ancora meglio, il pariolino non esiste più. Benvenuta in Europa, Roma.

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