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Siamo a Nairobi a fare volontariato digitale

L’estate è fatta per rilassarsi, divertirsi, staccare. E’ fatta per Formentera, Mykonos, Ladispoli, Bali, Gallipoli, Cortina, Barcellona. E’ fatta per conoscere persone nuove, posti nuovi, vedere cose sorprendenti, vivere emozioni sconosciute, incontrare gente con punti di vista diversi, aggiungere tasselli al mosaico delle proprie esperienze. Ma più di tutto è fatta per fare quello che non si può fare nel resto dell’anno, usare il proprio tempo come meglio si crede.

C’è chi preferisce passarla a prendere il sole cercando di finire il Bartezzaghi, chi a passeggiare a 2000 metri fermandosi a mangiare polenta e capriolo, chi a guardare l’alba a Ibiza dopo una serata all’Ushuaia, chi ad affittarsi una decappottabile e farsi il coast to coast negli Stati Uniti. D’estate è tutto giusto, qualsiasi cosa tu faccia, anche rimanere in quella Roma d’agosto così calma ed esclusiva.

Quest’anno abbiamo deciso di fare una cosa diversa dalle nostri solite estati. Abbiamo deciso di andare in Kenya a fare volontariato digitale. Cos’è il volontariato digitale? Non lo sapevamo neanche noi.

Ore 12 di un caldissimo giovedì di maggio. Squilla il telefono. Rispondiamo. Ci risponde una voce milanese che ci fa: “Ciao, sono Filippo Scorza, sto organizzando un progetto di volontariato digitale a Nairobi. Vi va di partecipare?”. In quei giorni eravamo fissi su Skyscanner per guardare i voli per la Thailandia, o in alternativa per i Caraibi. Il volontariato non ci passava neanche per l’anticamera del cervello. E inoltre c’era un altro problema, ignoravamo totalmente cosa fosse il volontariato digitale.

Ce lo facciamo spiegare. Questo pazzo si era inventato Skillando, un progetto in cui si va nei paesi più poveri ad aiutare le persone, ma non portando loro cibo e medicine o costruendo scuole e ospedali. Aiutando delle startup locali a crescere tramite il digital. In particolare dovevamo andare a Nairobi, in Kenya, ad aiutare Nai Nami, una startup, cofondata da Sriram, indiano e Gianmarco, svizzero, che organizza tour negli slum (le baraccopoli locali) e come guide ha gli stessi ragazzi che ci vivono, togliendoli dalla droga e dalla criminalità. Un progetto pazzesco.

Anche se ci prendemmo qualche giorno per dare una risposta ufficiale, già dopo pochi secondi di quella chiamata avevamo preso la nostra decisione. Partiamo. Con un mix di sensazioni tra la soddisfazione di essere stati scelti per un progetto così rivoluzionario e l’ansia di non essere all’altezza. D’altra parte prima d’ora non avevamo mai neanche aiutato una vecchietta ad attraversare la strada.

Adesso siamo qui, a Nairobi, in una città impossibile da raccontare. Siamo qui con alcune tra le migliori menti nel campo del digital italiano. Filippo Scorza, imprenditore digitale milanese e ideatore del progetto Skillando. Luca Barboni, importatore del growth hacking in Italia (lo mettemmo tra i 10 under 30 romani più influenti), Paolo Marazzi, imprenditore milanese di successo, Roberto Verde, enfant prodige romano della vision aziendale, e noi, nella figura del direttore Francesco Cianfarani. Un team sull’asse Roma-Milano, così diverse in Italia, così complementari qui in Kenya.

Ieri siamo andati a visitare lo slum tutti insieme, un vortice di turbamento e stupore, con in mezzo senso di colpa, voglia di cambiamento, crollo di certezze, cambio di prospettive. Ma la cosa più bella e indimenticabile è stata quando, alla fine della passeggiata, siamo andati a prendere una birra con i ragazzi che con la mano sul cuore e gli occhi lucidi ci hanno trasmesso la loro reale e sincera gratitudine. E quello vale più di qualsiasi altra cosa.

Anche per questo non c’è stato neanche bisogno di dire che questo sarà solo il primo anno. Questa squadra è solo all’inizio, in pochi giorni qui siamo riusciti e stiamo riuscendo a far crescere Nai Nami oltre ogni aspettativa. Lavorando più sodo che per ogni cliente o nostra azienda. Non vediamo l’ora che sia l’anno prossimo per partire per altre mete e continuare quello che ci ha così arricchito e ha così arricchito le persone per cui lo stiamo facendo. Tutti insieme e insieme anche a chiunque, all’altezza, voglia vivere un’estate così indimenticabile.

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