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I 10 esemplari maschili delle palestre romane

Di Kesuke Miyagi e Robert Bruce –  Ci sono uomini che faticano, e quelli che non fanno cazzo. Nelle palestre romane si respira il sudore di Roma. C’è chi sprigiona testosterone da tutti i pori, e chi si atteggia ma lì sotto non ha niente. Chi fa public relation e chi spizza. Alcuni concludono la propria lunga ed estenuante giornata di lavoro, altri invece ci passano due ore perché non hanno una vita sociale. Tutti però si ritrovano sotto lo stesso tetto e tra le stesse quattro mura.

10. Il professionista

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Non suda, ha i capelli sempre in ordine, non è mai scomposto. Il sabato sera al massimo una birretta perché la mattina dopo deve andare a correre allo Stadio dei Marmi. Ha i completini della Nike o dell’Under Armour, perfetti e coordinati con i colori. Negli anni ’30 avrebbe fatto parte della Gioventù Hitleriana. E’ precisino, meticoloso, ossessivo compulsivo. Ha una vita programmata come fosse la sua scheda della palestra. Tra l’ufficio e la palestra estrae dal sottosella la sua bottiglietta con il Polase, che si è preparato la mattina.  Con le donne è glaciale. Non fa l’amore, è uno stantuffo, e mentre lo fa allena i bicipiti. Se lo incontri nello spogliatoio ti rendi conto di quanto è robotizzato:  ha la bustina per le ciabatte per non sporcare la borsa, l’asciugamano grande e uno piccolo per metterselo sulla nuca mentre corre. In sala pesi pulisce la panca prima di fare gli esercizi, per evitare possibili sfoghi cutanei. Ha una dieta a base di petto di pollo, bresaola e insalatina e banane, per ricaricare il potassio. Se sgarra minimamente il suo programma la sua vita è finita. Si sente sporco, ha i sensi di colpa come se fosse andato a trans.

9. Mr Potato

mr potato

Lo vedi che si aggira spaesato in giro per la palestra, è un mondo non suo. Un altro pianeta. Lui è gommoso, unto, ed è vestito malissimo. A 20 anni è già stempiato. E’ sicuramente antiestetico per chiunque. C’ha il tutone di spugna, quello che gli comprò la madre al mercato del Flaminio, marca Fruit of the Loom, che gli fa un culo enorme, e che quando lo strizzi esce tutta la sugna. Non sa correre sul tapis roulant, da tre anni va in palestra ma sembra sempre il primo giorno. Sia perchè non ha perso un chilo, sia perchè non conosce nessuno. E’ di intralcio a tutti quelli che stanno in palestra, anche negli spogliatoi. I personal trainer lo sfottono malignamente sotto i baffi. Aiutatelo.

8. Il Pacciani

pacciani

Ci sono tutti i tapis roulant liberi, lui prenderà sempre quello più vicino a una donna. Nella sua mente malata c’è sempre la speranza di provarci. Le penserà tutte per riuscirci, perché è schifosamente viscido. Se non va in palestra il suo posto ideale è a Forte Antenne: lì dove si appartano le coppiette, lui, farà appunto il Pacciani. E’ scritto che prima o poi prenderà una denuncia per stalking. Di solito si dividono in due tipi: quello passivo, che guarda e basta ogni cosa che si muove che abbia un culo. Poi c’è quello attivo, che si accolla a tutte le ragazze che passano per la palestra, anche a quelle che si affacciano per la prima volta con la segretaria al seguito per vedere la sala. E’ Boe dei Simpson, ma più stronzo.

7. Il Marine

marine

Si schiererebbe a Prima Porta nel caso in cui l’Isis dovesse attaccare Roma. Mentre lo vedi sul tapis roulant te lo immagini correre tra le bombe su una spiaggia mediorientale che porta in salvo una povera vecchietta profuga. Lui è tutta fatica e zero apparenza. Non gliene frega un cazzo di quello che ha intorno, pensa solo a faticare. Fa tutti gli esercizi a stecca, come se fosse una macchina. Non guardano in faccia nessuno. Ha tatuaggi come teschi, dragoni, pistole, e pugnali. Ma vai a giocà a Call of Duty…

6. Oliver Twist

oliver

E’ un figlio di nessuno. Va in palestra con la busta di plastica al posto della borsa. Non si sa da dove sia uscito, o dove abbia trovato i soldi per l’abbonamento. Arriva in palestra con le scarpe rotte, vecchie Asics sfondate, la tuta bucata, la maglietta di qualche posto dove ha lavorato con scritto dietro “staff”, tipo Big Gym 1998. Fa esercizi vecchi, lat machine o cyclette, e si vede che non è proprio al passo coi tempi. Ispira tenerezza e compassione, ma anche molta tristezza. Menomale che c’è la palestra, almeno per un’ora ha un posto caldo dove stare. Non si sa la realtà che ha alle spalle, né da dove proviene, ma ti viene istintivo mentre tossisce di chiedergli: “Ma lo vuoi un brodino caldo?”.

5. Er vecio

vecio

Invece di giocare a carte o a bocce ha deciso di andare in palestra. Senza alcun motivo, tanto ormai la sua vita è finita. “Caro vecchietto, è inutile cercare di guadagnare quei due o tre anni di vita in più, perché le sue possibilità se l’è già giocate. Piuttosto si beva una grappa che è più coerente, o al massimo vada a giocare coi nipotini, invece di guardare i culi delle sedicenni”.

4. Il branco

branco

I membri di un branco entrano sempre insieme, ed escono sempre insieme. Fanno soltanto casino e non fanno un cazzo. Urlano, strillano, scherzano e parlano una cifra. Vogliono fare gli attori e i protagonisti della palestra ma in realtà non se li incula nessuno. Fanno grandi progetti di vita.  Fanno battute sul sesso, sulle donne come se stessero alle medie. Alla fine le loro uniche uscite le fanno tra la loro,  e alla sera grandi pippe.  Di fatto si allenano soltanto con quelle.

3. Lo stagionale

stagionale

Supera la soglia della palestra subito prima dell’estate, o subito dopo. Pensa di fare un anno di palestra in  sole tre settimane. E in quelle tre settimane  fa il brillante. Ci prova con le pischelle, e cerca di fare amicizia con tutti, dall’assistente di sala al barista. Ma rimane l’odio vero di tutti i personal trainer, ai quali si rivolge per allenamenti lampo, impossibili anche per Brad Pitt quando faceva Fight Club. E’ un fuoco di paglia e alla fine rimane con il fisico con cui è entrato. Sparisce mediamente dopo tre settimane, come un orso entra in letargo. Superate le vacanze estive dice a tutti che si impegnerà seriamente: inizia il primo settembre e non arriva al primo ottobre, adducendo scuse inutili e non credibili. Alla prossima stagione!

2. Il filippino

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La rivincita sociale del filippino è andare nella palestra dove va il suo datore di lavoro. E non solo, perché usa lo stesso spogliatoio, gli stessi armadietti, e le stesse docce. Fa solo petto, pensa che ingrossandosi il petto lo rispettino di più. Oppure spende ore a pompare i bicipiti. Il filippino ha una concezione molto anni ’90 della palestra. Il suo look sportivo consiste in magliette Planet Hollywood e Reebok bianche. Ambisce a diventare come Sylvester Stallone, perché ancora si fomenta guardando Rambo e Rocky, in VHS.

1. L’incredibile Hulk

hulk

Pane e steroidi la mattina. Talmente gonfio che non riesce a muovere le braccia. Lo senti urlare come un leone marino ogni volta che alza un peso, e rischia ogni volta di cacarsi addosso. Nella vita ha sbagliato tutto, doveva fare il lanciatore del peso, sovietico. Ora fa l’agente immobiliare col nodo alla cravatta enorme, e si sfoga in palestra dopo essersi beccato tutto il traffico di Roma con lo scooterone. Grandi bicipiti, piccolo pisello.

LEGGI I 10 ESEMPLARI FEMMINILI DELLE PALESTRE ROMANE

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