Di Lorenzo Maria Russo – Non sono i romani che vivono a Roma, è Roma che vive dentro i romani. La città eterna, caput mundi, non è un luogo, è una religione laica, una filosofia di vita. Puoi venire dal Sudamerica, dall’Asia o dalla Danimarca, dopo un po’ Roma ti entra dentro e diventi romano anche tu. Una città troppo semplice per studiarla, troppo complessa per descriverla.
Facile raccontarla tramite i soliti stereotipi nazionali e imitazioni fallimentari di persone che a Roma a malapena ci hanno passato una settimana, tipo quelli che dicono: “a romano de Roma!”. Con una pronuncia peggiore di quella dei Bangla. Oppure ti dicono: “Ma che sei di Centocelle?”, e non sanno neanche in che parte di Roma è Centocelle.
Roma devi viverla per poterla raccontare davvero, oggi vi racconto quello che in quasi 20 anni ho imparato su questa città unica al mondo.
I romani, con diverse declinazioni, fanno, dicono e pensano tutti le stesse cose. Facili da raccontare, impossibili da capire. Ai romani piace stare all’aria aperta, in piazza, magari con una birra fresca. Per i romani Roma è il proprio quartiere, il resto è periferia. Il romano ha portato almeno una volta la ragazza allo zodiaco, è andato almeno una volta dallo zozzone di notte, il romano chiede sempre di “alzargli” una sigaretta. Al romano piacciono le feste private.
Il romano è quello che sa che beccherà traffico ma ogni volta impreca, ha consegnato le pizza almeno una volta nella vita, rosica quando piove, se la prende a male quando fa freddo in motorino.
I romani sulla Salaria suonano alle prostitute, al varco scendono per coprire le targhe. Il romano dice “Che famo oggi?” “Boh, vedemo”. Il romano vuole fare casino, fa il vago con le guardie, riesce a perdere la testa ma sempre mantenendola sulle spalle. Il romano litiga, s’incazza, è coatto, modifica il motorino, ma sempre con stile. Odia i pariolini ma ama le parioline. Il romano salta sul tubo del distributore per far uscire più benzina. Alle prime giornate di sole dice in automatico: “Annamo a Fregene”. Scommette su cose assurde con gli amici e puntualmente perde, solo per fare lo spaccone. Il romano vuole sempre vedere l’alba.
Il romano non marina la scuola, fa sega. Non dorme, s’abbiocca. Non ride alle battute, se taja. Non fuma, stucca. Non si eccita, se fomenta. Non scappa al ristorante, fa er vento. Non fa benzina, fa broda. Non ha l’ansia, se agita.
Ma ‘ste cose, se non sei romano, non le poi capì.