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A Palazzo Barberini c’è un Caravaggio mai esposto al pubblico

Photo Credits: Sky Arte
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Se vi dicessimo che a Roma esiste un dipinto di Caravaggio che non era mai stato esposto prima al pubblico? 

Solo pochissimi esperti nel corso del Novecento l’avevano visto, e adesso lo potete ammirare anche voi grazie a “Caravaggio. Il ritratto svelato”, l’evento straordinario che si tiene a Palazzo Barberini, una delle due sedi delle Galleria Nazionali di Arte Antica, fino al 23 febbraio 2025. 

Si tratta del ritratto di un giovanissimo Monsignor Maffeo Barberini, futuro Papa Urbano VIII, custodito fino ad oggi in una collezione privata italiana e mai ancora mostrato al pubblico.

La tela inedita è stata attribuita per la prima volta al maestro Michelangelo Merisi, noto ai più come Caravaggio, dallo storico dell’arte Roberto Longhi nel 1963. Pare che il quadro sia rimasto in possesso della famiglia Barberini fino agli anni Trenta del Novecento, per poi passare nella collezione privata da cui oggi è stata gentilmente concessa in prestito. Insomma, il ritratto è finalmente tornato a casa, e poterlo ammirare nella Sala Paesaggi di Palazzo Barberini è un’occasione più unica che rara che, fossimo in voi, non ci faremmo scappare!

Interessante notare i particolari come la mano sinistra che stringe una lettera, il braccio destro che indica oltre lo spazio dipinto, i giochi di luce e lo sguardo interrogativo di Maffeo. Insomma, con pochi tratti l’artista trasmette un’idea di movimento evidenziando stato d’animo e personalità del protagonista.

Ma la retrospettiva romana sul Caravaggio non finisce qua; oltre a ricordarvi che nella Chiesa di San Luigi Dei Francesi, dietro Piazza Navona, sono esposte non una, non due, ben tre tele di Caravaggio dedicate a San Matteo, visitabili tutto l’anno e gratuitamente, dal 7 marzo al 6 luglio 2025, sempre a Palazzo Barberini ci sarà Caravaggio 2025, uno dei progetti più importanti e ambiziosi dedicati al maestro del chiaroscuro.

Tra le opere esposte, oltre al Ritratto di Maffeo, troverete l’Ecce Homo gentilmente concesso dal Museo del Prado, che torna in Italia dopo secoli di esilio, così come la “Santa Caterina” del Museo Thyssen-Bornemisza. E, ciliegina sulla torta, potremo contemplare il “Martirio di sant’Orsola”, l’ultimo capolavoro di Caravaggio, realizzato poco prima della sua morte.

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