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Felice a Testaccio è il 38° ristorante più iconico al mondo

Felice a Testaccio - da La Cucina Italiana
Photo Credits: Felice a Testaccio - da La Cucina Italiana

Se dici Cacio e Pepe dici Felice a Testaccio, e finalmente l’hanno capito anche all’estero. Secondo la classifica di Tasteatlas, il nostro amato Felice si aggiudica la trentottesima posizione tra i “Most Legendary Restaurants in the World 2024-2025”. Il segreto del suo successo è semplice e si racchiude nell’acronimo SPQR: Storicità, Popolarità, Qualità, Romanità. Ora vi spieghiamo perché.

La storia di Felice inizia nel 1936, quando l’oste Guido Trivelloni apre nel cuore di Testaccio un’osteria dedicata alla mescita del vino e al cibo take away. Qui, un quindicenne Felice inizia da ragazzo tuttofare e si fa le ossa, prendendo le redini del locale negli anni ‘60 e rendendolo uno dei must della scena gastronomica romana. Chi l’ha conosciuto lo ricorda come un uomo che usava toni burberi per allontanare i clienti, ma in fondo tutti sapevano che Felice aveva un cuore tenero e che un tavolo per i testaccini e per i lavoratori della strada lo trovava sempre. Oggi il testimone è passato al figlio Franco che, insieme alla famiglia, ha rinfrescato il locale e ammodernato gli spazi; veste nuova, stessa qualità.

Negli ultimi anni Felice sembra avere una missione: dimostrare che la romanità non ha confini. Nel 2017 apre la sua prima sede a Milano, facendo una gentile concessione per cui noi romani saremo a credito per sempre. Già, il colpo è duro ma teniamo botta; il design del ristorante milanese reinterpreta i temi architettonici del locale romano in un innovative concept restaurant che…  vabbè, prego se vi facciamo magnà bene!

Ma non basta. L’anno scorso, nel 2024, Felice apre una sede a Torino, a meno di 10 minuti a piedi dalla Cattedrale di San Battista, un ristorante che riserva delle sorprese come una sala segreta nascosta da una scaffalatura di vini… provare per credere!

Sul sito di Felice trovate la ricetta della loro Cacio e Pepe, ma arrivati a questo punto il consiglio è solo uno: chiamate e prenotate il vostro tavolo. E anche se vi rimandano al mese prossimo, andateci. Aspettare per mangiare nel 38esimo ristorante più iconico del mondo ne vale sicuramente la pena!

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