Roma è solo la sesta città dove si mangia meglio al mondo, dopo Milano e Mumbai

Regà, noi ancora non ci stiamo credendo. Sono giorni che continuiamo a scrollare la classifica delle “Best Food Cities 2025” pubblicata da TasteAtlas alla ricerca dell’errore, della svista, del refuso, del colpo di sole del redattore. Invece niente. Roma è solo SESTA tra le città dove si mangia meglio al mondo. SESTA. Ma la notizia vera è un’altra: Milano è la SECONDA. E noi non ci dormiamo la notte…

Ora, non dico il primo posto che ovviamente è di Napoli (e fin qui possiamo pure accettarlo, pizza patrimonio dell’umanità e bla bla bla), ma che davvero la triade sacra carbonara-amatriciana-cacio e pepe non ci fa rientrare a pieno titolo almeno nella cinquina delle città dove si mangia meglio al mondo?

TasteAtlas, il prestigioso sito internazionale dedicato alla cucina, ha analizzato 477.287 recensioni verificate di oltre 15.000 piatti e prodotti tipici locali e i dati parlano chiaro; Roma si piazza al sesto posto con un punteggio di appena 4.79, ben dopo Milano che invece sorride beffarda dalla seconda posizione con un punteggio di 4,96. A milanè, lo sai come diciamo a Roma? Ridi ridi, che mamma ha fatto gli gnocchi (che sicuro so’ più buoni dei vostri).

Il primo posto è un 5 di Napoli, tondo tondo come la sua pizza, il terzo di Bologna (4.94), il quarto di Firenze (4.83) e, attenzione, il quinto è totalmente inaspettato. Regà, Mumbai. Se stessimo giocando a “trova l’intruso” avremmo vinto facile, e invece no, Mumbai è stata valutata 4,81, più di Roma e più di Palermo (che forse se la sono scordati dato che non appare nemmeno tra i primi 20 classificati!).

Quindi, in sostanza, qui stiamo ufficialmente dicendo che il pollo tandoori è meglio dell’abbacchio allo scottadito e che la Cassöeula (manco ai fornelli ci fosse Rkomi) è meglio della trippa. Noi comunque il sospetto ce lo teniamo: chi ha stilato la classifica è mai stato a Roma? Sicuramente non è mai stato a casa di una nonna romana, che se le dici Cassöeula pensa che la stai a insultà (e forse c’ha pure ragione).