Prendi Buddy Hield, giocatore NBA fresco fresco di passaggio ai Golden State Warriors, e portalo in vacanza a Roma. Fatto? Bene. Ora fagli fare il più classico dei giri turistici: due passi in centro, una carbonata, e poi la ciliegina sulla torta. Il Colosseo. Fatto? Perfetto. Ora immagina la scena: siete dentro al più iconico anfiteatro che sia mai stato costruito sulla faccia della Terra, e Hield, emozionato come un bambino davanti alla Batmobile, avanza verso il centro, allarga le braccia e urla: “MAXIMUS!”. No, non è un reel, ma forse la base per i prossimi meme che invaderanno il tuo feed. Ed è successo davvero.
Nessuno di noi avrebbe voluto essere nei panni della sua guida che, impassibile come solo un romano sa essere, gli ha dovuto dire “He’s not real”. E Hield, il giocatore che in campo segna con percentuali da cecchino e che ha infiammato i playoff con la sua ironia e la sua “bromance” con Jimmy Butler, ha successivamente descritto questa impasse come un momento sì divertente ma anche deludente; insomma, ci sono bambini a cui bisogna spiegare che Babbo Natale non esiste, altri a cui bisogna svelare la difficile verità che Massimo Decimo Meridio non è mai stato a capo dell’esercito del Nord e delle legioni Felix. È un personaggio inventato. Di fantasia. Di cinema. Di Hollywood. E questa è la prova che Hollywood riesce a costruire immaginari talmente potenti da scalzare la realtà.
Comunque, a detta di Hield, Roma è bella eh, per carità… ma il Colosseo “not that impressive”. Non sappiamo se l’aspettasse più grande, ma forse più cinematografico. Più figlio di Ridley Scott, meno figlio dell’Impero Romano.
Finiamo con la ciliegina sulla torta: pare che Hield non si sia fatto mancare la visione di Gladiator 2, quello con Paul Mescal e Denzel Washington, e che non abbia gradito un granché. Quindi oltre il danno la beffa: non solo la delusione della guida che smonta il mito, ma anche quella del sequel che non regge il confronto.
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