Secondo la nuova classifica Times Higher Education 2026, la nostra amatissima Sapienza entra ufficialmente nella top 170 mondiale, guadagnando 15 posizioni rispetto all’anno scorso e confermandosi terzo miglior ateneo d’Italia. Davanti ci sono l’Università di Bologna (prima in Italia e 130ª al mondo) e la Scuola Normale Superiore di Pisa(seconda in Italia e 137ª al mondo).
Con i suoi oltre 100mila iscritti, La Sapienza è una città dentro la città, un pianeta orbitante tra Piazzale Aldo Moro e San Lorenzo. Chi l’ha frequentata lo sa: non ne esci mai davvero. Hai un marchio di fabbrica addosso, come il libretto rosso o il trauma della segreteria studenti. Fare l’università alla Sapienza non vuol dire solo studiare in uno degli atenei migliori del mondo, vuol dire anche imparare a vivere, a dare ordine al caos, a non perdere la calma davanti a niente e nessuno.
Il salto in classifica di quest’anno è dovuto a un mix di ricerca di alto livello, prestigio internazionale, collaborazioni globali e una didattica sempre più innovativa. Nei campi di ingegneria, medicina e scienze sociali, La Sapienza entra nella top 100 mondiale, mentre negli studi classici e archeologici resta una potenza planetaria, roba che tra un po’ manco Oxford.
Per trovare gli altri atenei romani bisogna scendere un po’ nella classifica: Tor Vergata si piazza nella fascia 300-350, mentre Roma Tre compare tra la 801-1000.
