Quando ad agosto ci hanno chiesto di partecipare all’organizzazione di DopoCinema, il primo fuorifestival di Roma, non pensavamo che stavamo davvero per riscrivere le notti romane.
E invece, dopo dieci giorni di cinema, performance, musica e incontri sparsi tra i luoghi più belli e inediti della capitale, DopoCinema chiude la sua prima edizione con numeri da standing ovation: undici milioni di visualizzazioni, diecimila presenze, oltre cento artisti coinvolti. Un successo che ha trasformato Roma in un gigantesco set a cielo aperto e che ci ha fatto riscoprire la poesia e la vita delle notti romane.
Ideato insieme agli amici di Boanerghes ed Enzima, con la direzione artistica di Mike Violinist, DopoCinema è nato come costola ribelle della Festa del Cinema di Roma, il suo primo “fuorifestival”, la versione notturna, pop e caotica. Un evento che ha reso evidente che per i romani la notte non finisce quando si spengono le luci in sala.
Dalla Casa dell’Architettura all’Accademia di Costume e Moda, dal Teatro delle Bellezze all’Art’Otel, fino al Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro e all’Hoxton, Roma si è accesa di talk, proiezioni, dj set, installazioni e live che hanno mescolato mondi e pubblici diversi: studenti e registi, clubber e cinefili, boomer e Gen Z, tutti nello stesso frame.
Il risultato? Una città più viva, più libera, più social. Un esperimento culturale riuscito, che ha dimostrato come a Roma la cultura non deve per forza abitare nei palazzi istituzionali: può vivere nei cortili, nei bar, nei club e in ogni angolo dove qualcuno ha ancora qualcosa da dire.
E a giudicare dai numeri, questa visione ha funzionato: milioni di interazioni organiche e una community nata quasi per contagio, come una festa che si sposta di quartiere in quartiere.
Con sponsor del calibro di Campari e Ploom, l’evento ha aperto una nuova era per Roma: quella di una capitale che, finalmente, si comporta come una metropoli culturale vera. E ora guarda già avanti: perché se la prima edizione è stata un esperimento ben riuscito, la seconda promette di diventare un movimento.
