25 chilometri a sudest di Roma, Castel Gandolfo è storicamente conosciuto per essere il buen retiro dei Papi per eccellenza, ossia il luogo dove per secoli i pontefici si ritiravano per sfuggire alla calura estiva romana. Una residenza a picco sul lago, frescura, giardini da imperatore e splendide stanze affrescate. E perché Papa Francesco ha deciso di non trascorrere a Castel Gandolfo nemmeno un’estate del suo pontificato?
Pare che Bergoglio non abbia mai compreso come si potesse mantenere una villa di 55 ettari per un utilizzo di poche settimane l’anno e dunque, assolutamente in linea con lo stile sobrio che lo ha contraddistinto anche in altre scelte come nella rinuncia dell’Appartamento Apostolico in Vaticano per trasferirsi nella più modesta residenza di Santa Marta, nel 2016 Francesco ha preso una decisione rivoluzionaria: chiudere la stagione papale estiva a Castel Gandolfo e aprire le porte al pubblico.
Il complesso delle Ville Pontificie comprende il Palazzo Apostolico, Villa Barberini e Villa Cybo, circondati da splendidi giardini all’italiana. All’interno del palazzo si trovano numerose sale storiche, tra cui il Tribunale delle Udienze, il Salone degli Svizzeri, la Sala del Trono e la Sala del Concistoro, tutte riccamente decorate con importanti opere d’arte del patrimonio vaticano. Castel Gandolfo ha ospitato le stagioni estive dei papi dal ‘600 in poi (il primo fu Papa Alessandro VII e successivamente la residenza fu simpaticamente definita “Vaticano numero due” da Papa Giovanni Paolo II), ma la sua storia è ancora più antica: prima acropoli latina, poi villa dell’imperatore Domiziano, poi castello medievale. Tra il 1623 e il 1644, fu Papa Urbano VIII a farlo restaurare, affidando i lavori all’architetto Carlo Maderno, lo stesso della facciata della Basilica di San Pietro.
Castel Gandolfo rimarrà uno dei simboli di Papa Francesco grazie al quale, nel 2016, il Vaticano ha annunciato che gli appartamenti privati del palazzo papale sarebbero diventati un museo aperto a tutti; da quel momento i ricavati del museo sono andati a sanare il deficit finanziario del Vaticano che, negli ultimi anni del pontificato di Bergoglio, ha dato segni di miglioramento.
Il Palazzo Papale è aperto al pubblico da lunedì a venerdì dalle 8:30 alle 14:00, e il sabato fino alle 17:30. Poi, chi vuole un assaggio di questa meraviglia senza doversi alzare dal divano, può fare un rewatch de “I due Papi” (“The Two Popes”) del 2019, in cui Anthony Hopkins veste i panni di Ratzinger e Jonathan Pryce quelli di Bergoglio. Diverse scene che raccontano l’intenso e inedito dialogo tra i due Pontefici sono state girate proprio nelle Ville Pontificie e per le vie di Castel Gandolfo.
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