Sembra l’inizio di un romanzo gotico, invece è tutto vero: nel sottosuolo del vecchio ospedale Forlanini si nasconde un lago nato quasi per caso e ora oggetto di studi scientifici.
La storia parte negli anni ‘30, quando il Forlanini venne costruito per curare i malati di tubercolosi. I materiali da costruzione furono ricavati direttamente sotto l’ospedale, sfruttando una cava di tufo già esistente così dura che furono necessarie le mine.
Nel corso degli anni, i sotterranei dell’ospedale hanno avuto molte vite: prima utilizzati come magazzino per le scorte alimentari, durante la Seconda Guerra Mondiale furono rifugio antiaereo per personale e pazienti. E già allora si scoprì dell’esistenza di una falda sotterranea da cui sgorgava dell’acqua.
Acqua che inizialmente fu sfruttata come potabile e per annaffiare i giardini, ma poi divenne un problema: negli anni il livello dell’acqua salì sempre di più fino a sommergere tutto il sotterraneo e, voilà, ecco che nacque un vero e proprio lago. Grande quasi 7.000 metri quadrati, il soffitto arriva fino a 10 metri; l’acqua al suo interno è scura e tetra… perché? È colpa di un’infiltrazione di acque nere che nel 1998 lo ha contaminato, eliminando qualsiasi ipotesi di utilizzo della falda.
MA, c’è un MA: il lago, nonostante l’inquinamento (o forse proprio grazie a questo), ha attirato l’attenzione della comunità scientifica, nella fattispecie del laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Scienze di Roma Tre, che dal 2022 ha avviato un campionamento del lago per studiare le comunità microbiche che colonizzano il sottosuolo romano.
Pare infatti che alcuni dei batteri presenti nel lago siano in grado di rispondere ad agenti esterni come inquinamento e cambiamento climatico, “autoriparando” l’ambiente. Roba che, se è vera, potrebbe essere fondamentale per il futuro del nostro pianeta. Vedi un po’ se a noi romani non ci tocca pure salvare il destino dell’umanità…
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