Era chiuso da decenni, proprio come tante altre sale romane. E come tante altre, sembrava destinato a diventare qualcos’altro. Invece no. Alcuni di voi lo ricorderanno come Cinema Odescalchi, altri come Cinema Majestic. Oggi è ufficiale: quella storica sala cinematografica in via dei Santi Apostoli, a due passi da Piazza Venezia, finalmente riapre. E non per farci un temporary store, ma per tornare a fare una cosa rivoluzionaria: proiettare film.
La data è fissata: ottobre 2025. Ma attenzione, il nuovo Majestic non sarà solo un cinema, sarà la prima sala cinematografica di lusso della Capitale. E mica un lusso da “popcorn da 14 euro”, ma proprio lusso vero: parliamo di poltrone extralarge reclinabili, prese USB, luci personali, prenotazione via app e cocktail bar. Manca solo il massaggio cervicale durante i titoli di coda e siamo a posto.
Dietro il progetto c’è BO Corporation, con alla guida Richard Borg, ex presidente di Universal Pictures Italia e ora a capo di First Class Entertainment, una rete europea di piccole sale europee di lusso. L’idea alla base è semplice e audace: rifondare l’esperienza cinematografica partendo dal centro delle città, offrendo ai cittadini qualcosa che possa competere davvero con la comodità del divano di casa, un’esperienza non solo cinefila ma anche sociale, multifunzionale e di aggregazione. Un po’ come i cinema londinesi. E Roma, con il Majestic, vuole essere la capofila italiana di questo modello di cinema nuovo, che unisce cinema e comfort senza cascare nel “multiplex senz’anima”.
La seconda notizia è altrettanto importante: la Regione Lazio ha quasi definito (al 90%) una legge sul recupero delle sale abbandonate, pronta per l’ok in Consiglio regionale, che spalanca le porte a incentivi e co-finanziamenti pubblici per trasformare i cinema dormienti in hub culturali, spazi sociali, sale di produzione e centri di aggregazione. L’obiettivo di questa legge è di riaprire le sale per riaccendere i quartieri.
Dunque, romani, il ritorno del Majestic non risolve tutto, ma è un segnale importante per la cultura della nostra città. E per una volta, facciamo qualcosa di semplice e rivoluzionario: torniamoci, in sala.