Era il 2014 quando fu appeso fuori dal portone del Museo della Civiltà Romana un cartello che recitava più o meno così: “Chiusura temporanea per lavori agli impianti”. E meno male che noi romani non siamo milanesi e che la fiscalità non ci appartiene perché oggi, undici anni dopo, il Museo è ancora lì: monumentale e sbarrato, come un gigante addormentato nel cuore dell’Eur. Ha visto passare sotto ai suoi occhi sindaci, governi, mode e pandemie, ma finalmente è ufficiale: riaprirà le sue porte al pubblico nel giugno 2026. E stavolta è vero.
Ma partiamo dal principio. Nel 2014 la struttura è stata “chiusa temporaneamente” per lavori di urgente messa in sicurezza degli impianti, lavori che in tutti questi anni non sono mai iniziati ma che finalmente sono possibili grazie allo stanziamento di 20,7 milioni derivanti dal Pnrr-Caput Mundi. E dunque via ai lavori di ripristino dei solai e dei lucernari del Museo e via al conto alla rovescia per la riapertura di questo iconico monumento, pensato per spiegare a romani e turisti le caratteristiche della civiltà romana, e soprattutto famoso per custodire al suo interno il plastico di Roma ai tempi dell’imperatore Costantino, realizzato da Italo Gismondi tra il 1933 e il ‘55.
E si può dire che questa riapertura è un evento tanto atteso quanto raro se si pensa che quando il museo era operativo al Campidoglio c’era il sindaco Marino, noi utilizzavamo Internet Explorer e ci facevamo i selfie con la macchinetta digitale. L’appuntamento è quindi tra un anno, salvo imprevisti.