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Chi e’ Rudi Garcia?

Di Amedeo Jacobini – Se il papà di Rudi Garcia fosse stato un semplice appassionato di ciclismo, lo avremmo conosciuto come Jacques Garcia, Raymond Garcia, o addirittura Federico Garcia. Quelli erano gli anni di Anquetil, Poulidor e Bahamontes, che avevano in comune anche la nazionalità con il pargolo franco-iberico. E invece papà Josè scelse un ciclista non universale, ma bellissimo da vedere e romantico da raccontare come il tedesco Rudi Altig. La Parigi-Nizza del 1963 partiva da Fontainebleau, per arrivare a Decize nella prima tappa. Dopo meno di 20 chilometri la corsa passò per Nemours, il paese della famiglia Garcia, ed è lì che Josè si innamorò di Rudi Altig. Per quel giorno lì, il 10 marzo 1963 Rudi Garcia si chiama Rudi Garcia.

Meno di un anno dopo, il 20 febbraio 1964, il piccolo Rudi vide il mondo per la prima volta. Un bambino bello e sveglio che studiava tutto l’anno con zelo alle scuole inferiori di Nemours, e d’estate andava dai nonni, nelle sua terra d’origine, l’Andalusia. Iscritto fin da piccolissimo alla scuola calcio, riesce ad arrivare a 19 anni a giocare nel Lille. Ci resta 5 anni e colleziona solo 68 presenze. A 24 anni sceglie il Caen, in Ligue1, e in tre anni in Normandia ottiene tre salvezze in tre anni , erano gli anni di Papin. Nel 1991 approda in Ligue2 al Martigues, squadra dell’omonima cittadina in Costa Azzurra ma alla 13a giornata subisce un terribile infortunio alla spalla, non giocherà mai più una partita professionistica. Ha solo 28 anni.

Sui campi di calcio ci torna da allenatore-giocatore due anni dopo, nel frattempo si è laureato in Scienze motorie e ha fatto il bordocampista per una televisione. Esordisce su una panchina infatti al Corbeil Essones, i primi due anni li fa anche in campo, poi altri due da semplice tecnico. Dopo viene il Sant-Etienne, prima preparatore atletico, poi tattico, vice-allenatore, allenatore in coppia, fa tutte le tappe della gavetta. Alla fine decide di cambiare squadra e va al Digione, dove regala la promozione in Ligue2 ai tifosi e la semifinale di Coppa di Francia, persa per 2-0 contro lo Chateauroux. Garcia ottiene sempre più credito e fama, e nel 2007 va ad allenare in Ligue1 a Le Mans, dove arriva nono.

L’anno dopo inizia la storia con il Lille, dove gli succede di tutto. Litigi, dimissioni, ripensamenti, e alla fine lo Scudetto e la Coppa di Francia, è il 2011, Garcia fa il double e si classifica settimo tra i migliori allenatori del mondo. Nel 2013 arriva alla Roma degli americani, e dopo 10 partite entra nella storia per averle vinte tutte e 10.

Esteta del 4-3-3, amante del 4-2-3-1, esprime tutta la sua rabbia per la sfortunata carriera sulla tattica aggressiva. Difesa alta, pressing ancora di più, tenere il pallone con passaggi corti e intelligenti. Digne, Gervinho, Debuchy ma soprattutto Hazard, li ha scoperti tutti lui. Bravissimo a parlare con giovani e veterani, in maniera dura ma empatica, Garcia non è un integralista tattico, è un integralista del gruppo.

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