È arrivato finalmente il via libera definitivo alla tratta T2 della Metro C, quella che è destinata a cambiare per sempre la mobilità della capitale, collegando il centro storico a Roma nord, i radical chic ai romanordini. Praticamente un sogno bagnato per chi ha passato mezza vita sul tram 19, sull’80 barrato o a bestemmiare in scooter sotto il sole di viale Angelico.
Saranno in totale 4 km di linea sotterranea con 4 nuove stazioni – Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano, Clodio/Mazzini – che completeranno il “tracciato fondamentale” della Metro C. La progettazione esecutiva è già partita e i cantieri, affidati al consorzio guidato da Webuild e Vianini Lavori, saranno aperti a inizio 2026, con scavi simultanei su tutte e quattro le fermate e gallerie che passeranno sotto il Tevere a circa 35 m di profondità.
Qualche chicca su ogni stazione: se Chiesa Nuova sarà un’archeostazione su 6 livelli interrati, con scavo di 43 m sotto Corso Vittorio, Ottaviano sarà il nodo strategico di interscambio con la Linea A, mentre San Pietro la più profonda: 7 livelli fino a 48 m sotto i giardini di Castel Sant’Angelo, anche questa con archeostazione museo per non farsi parlare dietro.
Poi c’è Clodio/Mazzini, il cuore di Prati/Vittoria, 5 piani interrati a circa 33 m, in una zona urbana densissima, e infine Venezia, la stazione simbolo per eccellenza: un’autentica archeo-stazione sotto Piazza Venezia, otto livelli fino a 45 m di profondità, sei ascensori, 27 scale mobili e una vetrina permanente sui resti dell’Athenaeum di Adriano, progettata per integrarsi con la futura Metro D. Gli invidiosi diranno multiverso, e invece è tutto vero.
Il cronoprogramma è rapido: i lavori inizieranno da gennaio 2026, e se non succede nulla di cataclismatico, la T2 dovrebbe essere operativa nel 2035–2036 . Nel frattempo, entro il 2025–2026 dovrebbero arrivare anche le fermate T3 tra Porta Metronia e Colosseo/Venezia.