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Elogio della Tonda

Di Bruno Cortona – “Che famo? Tonda?”, “Daje”. Quelli di zona hanno già capito, queste parole racchiudono perfettamente lo spirito di un posto storico che ha segnato la giovinezza di migliaia di ragazzi e ragazze dei quartieri a nord di Roma. Un rifugio sicuro, un porto amico, un posto dove staccare da tutto. Per chi non lo sapesse invece, Tonda sta per rotonda, nel corso degli anni a forza di pronunciare quel nome tremila volte al giorno il “ro” è scomparso, quasi come il nome di un’amica che per intimità chiami con un nomignolo. Perche’ in fondo per tutti noi la Tonda è come un’amica.

La Tonda e’ il posto perfetto per una serata infrasettimanale tranquilla, una sera in cui non ti va di andare al pub e neanche a bere in centro, snobbi il cinema e nessuno ha casa disponibile. E allora che fai? Semplice, vai alla Tonda. Ma e’ anche il luogo dove finiscono le serate del weekend, si va a ballare anche dall’altra parte di Roma, poi magari una tappa a mangiare qualcosa e poi ci si guarda tutti. Ognuno lo sa già dove vuole andare, tutti vogliono andare nello stesso posto. “Tonda?”, “Daje”. E ci si ritrova lì a concludere la serata, tra chiacchiere, racconti e molto altro.

C’è chi preferisce la tonda bassa, quella dove ci stanno le panchine in cerchio e il lampione che illumina, c’è chi va in mezzo, sul muretto che costeggia il parco, o chi invece è fedele alla tonda alta, su muretto e panchine vicino all’entrata del comprensorio. Alta, bassa, o di mezzo, tutti amano la Tonda.

Ma poi perche’ Tonda? Non c’è mai stata un rotonda lì intorno e il parco non ha neanche una precisa forma circolare. Chi ha dato il nome rotonda per la prima volta e perchè? Sarà per lo spazio circolare contornato di panchine intorno all’albero nella parte bassa del parco? Probabilmente non lo sapremo mai. Il nome ufficiale e’ Parco Tassoni, dedicato ad Alessandro Tassoni, poeta modenese del sesto secolo, ma purtroppo per il buon Alessandro, nessuno lo chiama così. Neanche da quando lo hanno rifatto completamente 4 anni fa.

A volte la Tonda e’ amore e odio, ci sono quelle giornate in cui ci staresti 6 ore e quelle in cui invece ti prende un po’ a male e pensi di sprecare il tempo. Alla fine, però, l’amore prevale sempre. Ci sei affezionato come sei affezionato a casa tua, a un luogo della tua infanzia, alla casa dei nonni. E prima o dopo ci ripassi sempre a farle un saluto. Ponte Milvio, Vigna Clara, Fleming, Via Cassia, Via Cortina d’Ampezzo, i ragazzi di tutte queste zone ci sono passati almeno una volta. Come un pellegrinaggio a La Mecca. Dai 15 ai 40 anni, la Tonda è un centro culturale.

Qualche anno fa ci fecero addirittura una pagina Facebook, “LA TONDA”, dove si postavano foto, frasi, commenti, su uno dei posti storici di Roma Nord. La pagina la descrive così: “Bucolico luogo di pace e meditazione per i giovani locali…La Tonda rimane il fulcro del fancazzismo rilassato in voga fra i ragazzi della Roma Nord”. Purtroppo l’ultimo post è dell’agosto del 2009. Sono passati 6 anni ma la Tonda è sempre la Tonda, piena di ragazzi e ragazze che cercano un momento di riparo.

Un riparo dalla socialità, dal mondo, dalla famiglia, dalla movida, dall’apparenza. Un posto magico, ma anche molto più che un posto: un’idea, un’essenza, un ideale. E se non ci sei mai stato falla…una pausa alla tonda.

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