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La storia del cocktail

Di Alessandro Martini – Milioni di persone nel mondo bevono cocktail, ma quanti sanno perchè il significato letterale della parola è “coda di gallo”. Che c’entra il gallo e la sua coda con i drink? Da quant’è che esistono i cocktail? Sapevatelo, su Alcolturati.

Le teorie sono parecchie, precisamente sei. La prima sostiene che i termini coda e gallo derivino dal fatto che verso il 1400 nelle campagne inglesi si beveva una bevanda variopinta ispirata ai colori della coda del gallo da combattimento.

Altri dicono che la parola “cocktail” potrebbe derivare dal termine francese coquetier, un contenitore per uova che veniva usato a New Orleans per servire liquori durante il XIX secolo. Ma potrebbe essere anche una distorsione dal latino [aqua] decocta, cioè acqua distillata.

C’è anche una leggenda che narra di una nave di ricchi inglesi che, approdando in Sud America, festeggiavano bevendo liquori europei e succhi tropicali mescolati con una colorata piuma di gallo.

Un’altra teoria racconta che nel 1600-1700 i marinai inglesi approdavano nel porto di Campeche in Messico, dove veniva loro servita una bibita mista con all’interno una radice o erba che i locali in lingua spagnola chiamavano “coda da gallo” (cola de gallo). Da li cock-tail.

Ma il nome potrebbe derivare anche da una leggenda medioevale per la quale l’inizio della giornata era segnato dal canto del gallo, mentre la fine da una bevanda alcolica. Segnando la fine della giornata venne chiamata l’usanza “cock-tail”, nonché coda di gallo.

Quindi non ci sono certezze sulle origini del nome, l’unica è che la parola cocktail appare per la prima volta nell’edizione del 13 maggio 1806 del Balance and Columbian Repository che ne dava la seguente definizione: “Il “Cocktail” è una bevanda stimolante composta da superalcolici di vario tipo, zucchero, acqua e amari”.

La prima guida di cocktail è del 1862: Come mischiare i drink, del professor Jerry Thomas (da qui il famoso cocktail bar romano). Il Jerry Thomas a Piazza della Chiesa Nuova è uno speakeasy, i locali che vanno molto di moda ora a Roma col nome in codice e ottimi cocktail, speakesies come i bar che vendevano alcol durante il proibizionismo (1919-1933). La moria di alcol veniva sopperita col mix tra vari alcolici, e infatti risalgono a quel tempo le prime vere raccolte di ricette dell’era moderna.

Tra le sei le ricostruzioni più plausibili del nome da cui deriva la parola cocktail, noi, da romani, preferiamo la teoria dal latino, da acqua decocta, cioè distillata. E mentre voi scegliete la vostra, il nostro barman sta già al lavoro.

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