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La nostra serata da “Baraonda” al W di via Veneto

Dopo un anno di Stories di amici e conoscenti che si taggavano al “W Rome” per racimolare quei 6-7 cuori in più del solito e far vedere che frequentano i posti giusti, finalmente ci siamo andati anche noi.

E l’occasione era “Baraonda”, l’evento immersivo di due giorni organizzato dall’artista Gianni Politi, uno degli artisti romani più in hype, che abbiamo visto spesso nelle ”meglio collezioni” di Roma Centro, voluto bene dagli artisti, simpatico a maschietti, corteggiato dalle femminucce, e Mario Valerio Nocenzi, cuore dei Castelli, residenza (ovvia) a Pinciano, noto per aver lanciato IQOS in italia da manager di Philip Morris e poi per aver fondato l’agenzia MOD. 

Prima cosa che scopriamo del W è che sta attaccato a una vecchia conoscenza di ogni maschio adolescente romano, il Cica Cica Boom, night e strip club cult, degno di un film di Sorrentino.

Camminando troviamo un’Audi Q4 nuova di zecca parcheggiata interamente sul marciapiede e una Smart, anche quella nuova di zecca, nello spigolo di una strada, adatta alla nostra rubrica “#èparcheggiata”. Capiamo di essere sulla strada giusta.

Entriamo al W, ci danno un bracciale di carta che ci fa sentire subito VIP. La tizia orientale dell’accoglienza ci dice che ci sono 2 camere e una suite in cui degli artisti espongono le loro opere. 

Poi due dj set e un’installazione. Le chiediamo la cosa più importante, dov’è il bar, ce ne stanno 2, uno fuori e uno dentro. Andiamo a quello fuori, un bicchiere di champagne e un cocktail. 

Prima camera, luci soffuse e un concerto di Jay-Z e Beyoncé, non sappiamo se pensare che Andy Warhol continua a creare mostri o che non ci capiamo una ceppa di arte. Seconda stanza molto fica, il nome è Cinema Bianchini ed è la riproduzione di un pigiama party a casa con cartoni in tv, siamo arrivati e c’era Alice nel Paese delle Meraviglie, tempismo perfetto. La prima era dei Vega Kollektive, la seconda di Diego Gualandris.

Poi andiamo alla suite, già è molto fico che l’esposizione di un artista sia allestita in una suite, non siamo abituati a questo lusso, e sono fiche anche le opere di Dr Pira, poliedrico fumettista.

L’alcol finisce, torniamo al bar e con l’analicità che ti danno lo champagne o il ginepro distillato, iniziamo a guardarci intorno. Il parterre è dagostiniano, è un paradiso dei sociologi.

A un primo impatto individuiamo 3 archetipi, per dirla alla Jung.

Il primo è il Narconobile, nome non dato da noi ma da un nostro “amico geniale”, il narconobile è quello che non ha i soldi da 40 anni, ce li ha da 1000. E’ quello che se non ha almeno due cognomi si sente lo sfigato del gruppo, ha un cardinale in famiglia, casa in centro, non sa fare benzina al self service, veste classico e intramontabile, si droga o si è drogato come un raverino di Torre Maura, e non solo di canne ma di droghe pesanti, md e cocaina più di tutte. Ora c’ha due figli, un lavoro stabile da un amico del padre, vuole fare il ripulito ma c’ha la scimmia fissa sulla spalla. Potrebbe essere di origini napoletane o bresciane ma non lo capirai mai perché ha una dizione perfetta. Sono quelli che hanno la pelle sempre perfetta per via della spesa al macellaio, pescheria, alimentari, perché in centro non ci sono i supermercati. 

Il secondo archetipo è l’artista romano, fa la spola tra Roma e Milano per collaborazioni con musei, mostre, brand, massoni. Tutti acchitatissimi, con brand ecosostenibili, vegani, di ispirazione giapponese. Doppio taglio soft, barbetta, vestiti larghi un po’ urban, sneakers. IQOS o drummino, nessuna via di mezzo. Artisti, amici degli artisti, amici degli amici degli artisti, tra groupie e rockstar. Sorriso tossichello sempre presente, occhiaie trendy, post serata prevedibile. 

In ultimo il target più internazionale, gli ospiti dell’albergo. Gente di ogni posto del mondo, acchittati come se fossero al Met Gala, infiltrati in quel covo di nobili e radical chic senza saperlo, oscurati dal carisma sociale che puoi esercitare fino in fondo solo nella città in cui vivi, ma comunque divertiti perché quando mai ti ricapita una festa del genere in un albergo a via Veneto. 

A un certo punto arriva anche Tommaso Paradiso accompagnato dalla first lady Carolina Sansoni, eleganti e trafelati come si addice agli special guest. Mentre sul palco sale il suo amico Franco126 insieme a Branca, un momento di una romanità unica.

Ma la vera sorpresa è il cocktail baraonda gratis al bar dentro, un alambicco con un drink verde a base di gin, ne prendiamo tre per ammortizzare la spesa e andiamo a cena. Uscendo pensiamo, abbiamo passato proprio una bella serata, bella gente, ottima musica, esperienza immersiva, Roma è piena di templi ma non ha sacerdoti, quando trova quelli giusti escono eventi all’altezza della città più scenografica del mondo. La Dolce Vita è tornata.

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