Esiste un modo migliore per celebrare il centenario dalla nascita del Surrealismo che con una mostra di Salvador Dalì?
All’anagrafe Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech (Figueres, 1904 – 1989), Dalì è stato un pittore, scrittore, disegnatore, fotografo, scultore, sceneggiatore, complessivamente un artista visionario impossibile da classificare con una sola parola. D’altronde, perché accontentarsi di una sola forma d’arte quando si può eccellere in tutte? Surrealista ma espulso dalla corrente dei surrealisti, dadaista e cubista, Dalì è stato capace di annullare qualsiasi barriera del mondo esterno, sfidando con la sua arte le leggi della fisica e creando un universo in cui è impossibile non perdersi.
Dal 25 gennaio al 27 luglio 2025, il Museo Storico della Fanteria di Roma ospita la mostra “Salvador Dalí, tra arte e mito”, con oltre 80 opere tra dipinti, disegni, sculture, ceramiche e fotografie. Vincenzo Sanfo, il curatore della mostra, sottolinea che è “una mostra dovuta”, non solo per celebrare i 100 anni del Surrealismo, ma anche per lo stretto legame che ha unito Dalí alla Città Eterna. L’artista trascorse diversi periodi a Roma, che vengono citati e ripercorsi nel corso della mostra e che hanno influenzato le sue opere. Una prima volta venne nel 1938, poi tornò nel 1948 e in quell’occasione collaborò con il Teatro Eliseo, curando i costumi e la scenografia del “Come vi piace” di William Shakespeare con la regia di Luchino Visconti. Il soggiorno più lungo fu nel 1954, ospitato della contessa Mimì Pecci-Blunt, durante il quale entrò in contatto con figure di spicco come Elsa Schiaparelli. Con la celebre stilista ci fu un importante sodalizio artistico che permise al Surrealismo di entrare nel mondo della moda contemporanea, con il celebre abito aragosta firmato Schiaparelli-Dalì.
La mostra offre l’opportunità di immergersi nel mondo onirico dell’artista, e a completare il viaggio nel Surrealismo non mancano le opere di altri grandi artisti come René Magritte, Max Ernst, André Masson, Man Ray, Leonor Fini, Giorgio de Chirico; ancora, scrittori tra cui André Breton, Jean Cocteau, Louis Aragon.
Insomma, vale la pena regalarsi una pausa dal traffico e dal caos cittadino e immergersi in questo mondo surrealista. Fosse altro che, di questo passo, rischiamo che Dalì tornerà a fare visita a Roma tra altri cento anni…
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smart ha pubblicato una guida di Roma
