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Roma

Roma come New Orleans: arriva una maratona di 23 giorni di jazz internazionale

Roma è jazz. Lo è nei suoi silenzi improvvisi, quando il tramonto cala dietro i Fori e la città, incolonnata nel traffico, sembra fermarsi e trattenere il fiato. Lo è nei suoi contrasti: nel sacro che convive col profano, in una chiesa barocca accanto a un bar con la tv accesa sulla partita. Roma è swing, dissonanza e melodia insieme: e non poteva che avere un festival capace di raccontarla così bene.

Dal 1° al 23 novembre, Roma si trasforma in una jam session lunga ventitré giorni con il Roma Jazz Festival, giunto alla sua 49ª edizione. Una rassegna diffusa nei palchi capitolini simbolo della buona musica: l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, la Casa del Jazz e la mistica Abbazia di Fossanova a Priverno, il più antico esemplare di architettura gotico-cistercense in Italia, dove i muri medievali diventeranno improvvisamente casse armoniche.

Il filo conduttore di questa maratona jazz scelto dal direttore artistico Mario Ciampà guarda in alto: Martin Luther King e John Coltrane come fari di pace, armonia e giustizia. Ambizioso? Forse. Necessario? Pure. Per seguirlo, una line-up che attraversa tutte le anime del jazz contemporaneo. Si comincia l’1 novembre con Makaya McCraven, il batterista-alchimista che campiona e ricompone suoni fino a farli diventare poesia. Il giorno dopo è la volta del David Murray Quartet, sassofono ruvido e libero che da decenni incarna l’essenza del free jazz. Il 5 novembre arriva Bilal, voce soul che ha collaborato con Jay-Z ed Erykah Badu, mentre l’8 novembre il pianista brasiliano Amaro Freitas porta sul palco la luce ritmica del nord-est del suo Paese. Il 7 novembre la giovane sassofonista londinese Camilla George Quartet fonde jazz e afrobeat in sala Petrassi, il 9 novembre il leggendario Peter Erskine guida la sua Dr. Um Band, e infine il 23 novembre chiude la rassegna la voce di Cecile McLorin Salvant, una delle più intense del panorama mondiale.

Ma il festival non è solo concerti. C’è spazio per le Fiabe Jazz, con Aladino e Cappuccetto Rosso, e per il teatro con Gianrico Carofiglio che porta in scena Il potere della gentilezza in jazz. Poi, il 20 novembre, Paolo Damiani e Rosario Giuliani rendono omaggio a Camilleri in chiave jazz.

Insomma, per ventitré giorni Roma non sarà solo eterna: sarà infinita improvvisazione. Saranno ventitré giorni di una jam session che non si spegne mai.

Clicca qui per acquistare i biglietti.

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