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Il romano all’estero

Di Armando D’Ambrosi – “Roma caput mundi!”, quando senti queste parole, in qualsiasi posto del mondo tu sia, sai che c’è un romano in giro. Il romano all’estero è un’essenza, un esemplare unico, un viaggiatore diverso da tutti gli altri viaggiatori.

Il romano nei paesi stranieri si comporta come se fosse ancora in piedi l’Impero romano. E’ spavaldo, sprezzante del pericolo, gli importa solo di farsi riconoscere. Pensa di essere Giulio Cesare che va nelle colonie. Ha un’arroganza storica, nel vero senso della parola. E’ facilissimo riconoscerlo, ha dei comportamenti coerenti e cocciuti, perfettamente definiti.

Innanzitutto TUTTI i romani quando sono all’estero screziano qualsiasi cosa vedano. Con irriverenza blastano tutti i monumenti che vanno a visitare, fosse anche il Taj Mahal. “E capirai, tutto sto casino per questi due cocci. A Roma ce l’ho sotto casa”. 

Oltre ai monumenti, spesso prendono di mira anche gli abitanti del luogo. I romani li riconosci nei posti pubblici quando ridono tra di loro mentre insultano gli stranieri sbellicandosi perché non capiscono le parolacce. I più giovani lo fanno addirittura con le bestemmie. Quando sei nella metro di Londra e senti tirare giù qualche santo, stai sicuro che è un romano.

La parolaccia libera all’estero è perchè il romano è convinto che non ci sia alcuna possibilità di incontrare altri italiani. La prende come uno scherzo, ci passa metà della vacanza a divertirsi a farlo. Si avvicina agli abitanti del posto e gli bestemmia in faccia. E se qualcuno per caso capisce l’italiano inizia a scusarsi, anzi cerca di farci amicizia. Ci entra in contatto prendendo l’unico punto in comune che ogni mortale conosce: Francesco Totti. “Roma?”, “Totti! Totti!”, rispondono tutti così gli stranieri e il romano, furbo, anche se laziale sfrutta la cosa a proprio favore.

Uno delle situazioni peggiori in cui puoi riconoscere un romano è in un posto tranquillo, silenzioso, pacifico, e nel silenzio più assoluto e rilassante senti una voce femminile urlante che esclama: “Amò” riferendosi al fidanzato-attrezzo. Gli stessi che poi hanno un’altra delle caratteristiche del classico romano all’estero. Si prendono qualsiasi cosa regalino per strada e vanno in giro pieni di gadget inutili, campioni di creme solari, portachiavi inguardabili e depliant di ogni tipo, dal night club al giro in carrozza. E sono anche quelli che la mattina si fanno 20 chilometri per trovare un’edicola che vende il Corriere dello Sport.

Se volete vedere gli esemplari di romani all’estero basta guardare quelli con gli occhiali specchiati a goccia, andare in qualunque H&M fuori dall’Italia, dove per pomeriggi interi li troverete provarsi di tutto e poi comprarsi a prezzi maggiorati la stessa roba che si trova a Porta di Roma. Oppure la mattina da Starbucks, a bere caffè americani e comprare tazze. Prima di partire, all’aeroporto, si faranno un selfie per salutare la vacanza, presso Aeroporto di Fiumicino. Dopo poche ora già Roma gli mancherà come la madre.

E c’è un’altra particolarità del romano all’estero, cercherà in tutti i modi di evitare gli altri romani, pensando che lui è diverso e gli altri sono dei coatti, ma in realtà è assolutamente uguale. Buone vacanze!

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