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Non fa entrare i cani antidroga in classe, prof sospeso

Per ben 12 giorni non potrà insegnare, né percepire lo stipendio: è questa la sanzione disciplinare che l’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria ha irrogato a Franco Coppoli, docente dell’istituto Geometri di Terni che nei mesi scorsi si era rifiutato di interrompere la lezione durante un controllo della polizia con i cani antidroga. L’episodio risale alla fine del marzo di quest’anno, nell’ambito di un’operazione svolta in varie scuole cittadine, ma il provvedimento, formalizzato a luglio, decorrerà dall’inizio del nuovo anno scolastico, previsto lunedì, e terminerà il 27 settembre prossimo.

Coppoli stava svolgendo lezione regolarmente, quando sono arrivati i poliziotti. Alla vista degli agenti e dei cani il professore si era opposto ai controlli in classe durante la sua ora di lezione, dopo essersi accertato che non ci fosse alcun mandato della magistratura. Alla notizia che la polizia era stata autorizzata dal dirigente scolastico, aveva minacciato gli agenti di denunciarli per interruzione di pubblico servizio, ottenendone l’allontanamento dalla classe in nome della libertà di insegnamento. Qualche giorno dopo la dirigente scolastica pro-tempore, Cinzia Fabrizi, aveva quindi avviato un procedimento disciplinare contro il docente, trasmettendo gli atti all’Ufficio scolastico provinciale di Terni e alla direzione dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, in quanto la sanzione richiesta era maggiore di dieci giorni.

L’epilogo di questi giorni non era quindi inatteso da parte del professore, che ora annuncia che impugnerà la sanzione davanti al giudice del lavoro, con il patrocinio del sindacato dei Cobas, di cui è referente provinciale. «Non può essere la polizia a decidere di interrompere l’attività didattica, serve un mandato della magistratura» commenta Coppoli, che giudica «preoccupante questa deriva repressiva che cerca di entrare all’interno delle classi». «La scuola – continua – non può essere un luogo di repressione, quanto di educazione delle coscienze alla relazione e non alla intimidazione. Il modello carcere deve essere contrastato da tutti i soggetti della scuola, compresi i professori».

Per i Cobas «quello di interrompere la normale attività didattica da parte della polizia è un atto grave, indice del clima sociale e politico nel nostro Paese. La scuola non è un riformatorio». Questa non è la prima sospensione cui va incontro Coppoli: già nel 2008, infatti, il docente era finito alla ribalta della cronaca per aver tolto il crocifisso dall’aula, durante le proprie ore di lezione, in un altro istituto superiore di Terni.

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