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Roma

Silent Disco, la disorganizzazione fatta serata

Poteva essere una serata europea, moderna. Doveva essere una serata diversa, di quelle che fanno Roma meno italiana e più internazionale. L’idea era buona, importata da città del nord. Da Milano, da Berlino, da Londra. Tutti a ballare in silenzio, con le cuffie wireless, scegliendo la propria musica e non disturbando nessuno.

Invece è uscita fuori la vera romanità nell’organizzazione ridicola della serata. Potenzialmente una super serata, in una location fantastica, data in mano (evidentemente) a principianti.

La serata “Maxxi 21 Silent” è infatti stato un fallimento totale. Il Museo d’Arte Moderna di Piazza Mancini ospitava la discoteca silenziosa, e l’evento era atteso da settimane con più di 3 mila partecipanti virtuali che avevano spinto sul tasto “parteciperò” su Facebook. Era tutto pronto per una serata indimenticabile: tre consolle, nove Dj, tre generi di musica differenti. La pioggia non sembrava aver intimidito gli “invitati” che si erano presentati in grande numero.

E invece la disorganizzazione l’ha fatta da padrone. Noi di The Roman Post un po’ ce lo aspettavamo, per richiedere un semplice accredito stampa non c’era un contatto, una mail, un numero di telefono. E quando abbiamo miracolosamente trovato il numero di telefono ci ha risposto la cameriera del bar del Maxxi che, naturalmente, non sapeva neanche cosa fosse un accredito. E così abbiamo deciso di andarci in borghese, e abbiamo visto dal vivo ciò che ci aspettavamo.

I problemi sono nati subito, già al momento in cui i partecipanti hanno dovuto consegnare il documento come cauzione per farsi dare le cuffie, oltre ai 10 euro di prezzo (nel resto dell’Europa è gratis). Proprio al banco dove consegnavano le cuffie e prendevano i documenti è iniziato il delirio. Incredibilmente le migliaia di carte d’identità, passaporti, patenti, non sono state ordinate nè in ordine alfabetico nè in nessun’altro ordine. Se non quello “alla cazzo di cane” per citare Renè Ferretti.

All’inizio nessuno si è accorto della mancata catalogazione dei documenti, il problema è venuto fuori quando la gente ha iniziato ad andarsene. Verso le 2 infatti quando i partecipanti, ormai stanchi e sfiancati da ore di ballo, sono andati a riconsegnare le cuffie non hanno ricevuto il proprio documento d’identità. A quel punto è scoppiato il caos, fila, calca, proteste, urla.

“Non mi ridate il documento? Ma state scherzando?”. Dopo vari insulti e parolacce all’organizzazione e agli inservienti qualcuno ha anche chiamato la polizia, che però non ha risolto il problema. Alcuni ragazzi, non ricevendo il documento, si sono portati via le cuffie come garanzia. Alcuni hanno aspettato a lungo per riaverlo.

Gli insulti sulla pagina Facebook dell’evento si sprecano stamattina. “Il documento che sono riuscita a conquistare dopo due ore mi servirà per dare le mie generalità in questura domani quando vi denunceró”, oppure “Uno scandalo di organizzazione!“, e ancora “L’incompetenza mista al menefreghismo e all’idiozia può solo dare questo genere di frutti…Vergogna!”. Anche i più pesanti: “Siete dei mongoloidi!” e il classico: “Li mortacci vostra!“. Insulti di gente delusa, delusa da una serata che poteva significare un inizio di cambiamento per la capitale. E invece ha dimostrato ancora una volta lo spirito superficiale di molti abitanti della nostra città. Peccato per i romani, peccato per Roma.

Fonte immagine: Facebook

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