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Roma

Marino fa le multe ma non le paga, 640 euro di debiti

Il nostro caro sindaco ne ha combinata un’altra: risulta infatti entrato con un pass scaduto nella Ztl. Infrazioni da 80 euro ciascuna, per un totale di 640 euro. Due multe risultano pagate, otto no. Ma un sindaco, secondo il Testo unico enti locali, non può avere una «lite pendente» con il Comune che guida, pena la decadenza. Il caso è finito in Parlamento.

Si sa che Ignazio Marino ama girare con la sua adorata bici. Marino, però, possiede anche la sua mitica Panda rossa, che finora gli ha creato parecchi grattacapi. Prima la storia del parcheggio davanti a palazzo Madama, nei posti riservati ai senatori, ottenuto facendo leva su alcuni atti vandalici e su alcune minacce che lui e i suoi familiari avrebbero subito. A distanza di un anno e mezzo dalla sua elezione a sindaco, però, l’auto era ancora lì ed è stata spostata solo dopo la raccolta di firme di trenta senatori di tutti i partiti (escluso il Pd).
Ora salta fuori il «giallo» delle multe non pagate, per essere entrato nella Ztl (la zona a traffico limitato che «chiude» il centro) con un pass scaduto. Vicenda che è oggetto di un’interrogazione parlamentare firmata da Andrea Augello, senatore Ncd.

Risulta, infatti, che il sindaco, con la sua Panda, abbia preso otto multe ai varchi elettronici della Ztl perché, per due mesi, il suo permesso non era valido. Il periodo temporale va dal 23 giugno al 21 agosto 2014, quello che passa tra la scadenza del vecchio contrassegno e l’inizio di validità del nuovo. Infrazioni, codice alla mano, da 80 euro ciascuna, per un totale di 640 euro complessivi, più notifiche e interessi. Le contravvenzioni, dai tabulati del Dipartimento «Risorse economiche» dove sono registrate tutte le infrazioni commesse da Ignazio Roberto Maria Marino, nato a Genova il 10 marzo ‘55, risultano non pagate.
La «legenda» è chiara: due multe (3 maggio ‘13 e il 24 gennaio ‘14) sono pagate, otto – del 26 e 28 giugno, il 3, 4, 11, 21 e due il 25 luglio – no. Queste otto sono accompagnate da relativo numero di atto e sigla di accertamento. Ma, su queste, è inserito il codice che si usa se un cittadino fa ricorso al prefetto o al Giudice di pace. Ma qui scatta il primo «giallo». Un sindaco, secondo il Tuel (Testo unico enti locali), non può avere una «lite pendente» col Comune che guida, pena la sua decadenza.

Ad un qualsiasi romano, in un caso del genere, non restano che due strade: pagare o fare ricorso. Marino, che con la sua giunta ha quintuplicato il prezzo dei pass per il centro (costavano 550 euro, sono schizzati a oltre 2 mila), non fa né una cosa né l’altra. Ma si fa fare una lettera da un dirigente del Dipartimento, secondo la quale la macchina del sindaco era – dal 25 giugno 2014 – in una sorta di «lista bianca», che scatterebbe «in automatico, per qualsiasi cittadino», subito dopo il mancato rinnovo. Le multe, secondo il Campidoglio, non sarebbero «mai state notificate» e la dicitura del ricorso «è solo l’attivazione del meccanismo di autotutela da parte dell’amministrazione». Insomma, Marino “ce sta a provà”, vedremo se ne uscirà senza pagare, sicuramente la figuraccia non se la può far togliere.

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