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Roma

Da Ponte Milvio a Vigna Clara, tutti i posti della mafia romana

Di Armando Brasini – E’ evidente dalle indagini che la base della “mafia capitale” fosse Roma Nord. Non solo base logistica, ma anche territorio di scambio di denaro, di riunioni, di riciclaggio di soldi sporchi. Insomma, i quartieri più alto borghesi della capitale scelti come tappeto rosso per i traffici loschi di Carminati e compagni. Ma quali erano i posti della banda? Corriere della Sera e Messaggero hanno tracciato una vera e propria mappa dei posti che la banda gestiva tramite prestanome, o dove si riuniva, in locali ignari o di amici e conoscenti.

Il primo posto è sicuramente Ponte Milvio, zona, secondo gli inquirenti, controllata da Fabrizio Piscitelli, conosciuto come Diabolik e noto esponente della curva nord della Lazio. Diabolik pare fosse supportato dai fratelli Esposito, del clan Senese. La zona attorno al ponte più antico di Roma era, ed è ancora loro. Nella piazza, dice registrato dagli investigatori il pluripregiudicato Marco Vecchioni “si sono presi tutta Ponte Milvio, poi si sono presi quattro locali, l’unico che non è loro è il Re Re che è dell’amico mio Brando“. Delle parole che spiegano anche tutti i locali spuntati come funghi negli ultimi anni. Poi c’è la proprietà delle mura “dove c’è il tabacchino” e del locale “di fronte al tabaccaio ..quello fatto a galleria (da individuarsi nel Coco Loco), entrambe di Salvatore Esposito. Escluso dal loro circuito il “Sutton“, ex Diagonal e Factory, locale di Andrea Carminati, figlio di Massimo, in via Flaminia 490 e il bar l’Okaos. Quest’ultimo di Fabio Gaudenzi, sempre della banda Carminati, ma intestato al carrozziere Claudio Ciccotti.

Oltre a questi, diversi punti d’incontro in zona. Da Piazza Jacini al bar Vigna Stelluti, dal caffe’ Fleming al Met, dal ristorante Casale a Mondi, dall’Hungaria al Parnaso. Ovviamente all’oscuro dei proprietari dei locali. A quanto pare l’unico che sapeva era Roberto Lacopo, titolare dell’ormai arcinoto distributore Eni di Corso Francia, altro punto d’incontro.

coco loco

Poi ci sono i posti in cui Giovanni De Caro, il più inserito nella vita mondana romana, sceglieva di andare per incontrare i suoi complici. Brando e Re Re di Brando Serra, frequentati dai soggetti legati al suo circuito relazionale, e utilizzate da Giovannone come luoghi privilegiati per fissare appuntamenti. De Carlo in Smart o Ferrari si muoveva tra i quartieri di Roma nord. Frequentava la birreria “7 Lives srl” di Valerio Arigoni amico di Giovanni nonché la gelateria “Steccolecco”, come scrive la Repubblica, che secondo l’attività investigativa, benché non abbia permesso di acquisire ulteriori elementi indiziari che potessero efficacemente consolidare l’ipotesi di un diretto controllo di De Carlo, ha confermato come all’interno del suo circuito relazionale ci fossero alcuni soci della società titolare del marchio. A Prati invece è il Tam O’Shanter, Scottish pub dietro piazza Cavour, la meta preferita del presunto criminale.

La banda aveva attività illecite anche con locali a Ponza, ristoranti ai Parioli, pizzerie a Trastevere, stabilimenti balneari a Fregene, centri benessere a Prati, circoli sportivi all’Olgiata e negozi di abbigliamento a Vigna Stelluti. Attività gestite da prestanome o da società riconducibili alla banda della mafia capitale. Nel cuore dei Parioli è il ristorante Celestina a finire nell’ordinanza perché “risultato in contatto con Carminati”, scrivono i giudici, essendo di proprietà di soggetti riconducibili a Marco Iannilli, prestanome dell’ex Nar.

È invece attraverso Giuseppe Ietto “imprenditore colluso” – si legge – che Carminati punta alla gestione di una tavola calda nel centro sportivo Olgiata, realizzato su un “punto verde” del Comune per dare lavoro alla compagna, Alessia Marini, rimasta disoccupata dopo la chiusura del negozio di abbigliamento Blue Marlin, a corso Francia e del rivenditore di jeans Jet, a via Besso, traversa di via di Vigna Stelluti. Sempre Ietto con la Unibar controlla il bar negli studios di Cinecittà. E poi c’è Ponza. È attraverso Roberto Lacopo, che opera nel recupero crediti e nell’estorsione, che l’ex Nar mira a conquistare il bar Welcome dei fratelli Prudente. Finiti sotto sequestro anche il centro benessere “Smart&Beauty” in viale Liegi nel cuore dei Parioli e “l’Estetica Liegi” in via dei Gracchi riconducibili a Giovanni De Carlo, un affiliato di Carminati. Socio occulto anche dello stabilimento balneare con ristorante “Il Miraggio” di Fregene dove l’indagato Lorenzo De Vincenti si è fatto costruire una sala cinema personale. E anche il “Riva” – sempre su Repubblica – risulta legato ai fratelli Franchellucci, intestatari di società messe sotto sequestro perche’ riconducibili a De Carlo.

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