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Quando andavamo al Diabolika

Di Bruno Cortona – “Bambini dal pisello d’oro, bambine dalla fichetta depilata. E’ giunta l’ora di fare il bagnetto!”. Questa è solo una della frasi di benvenuto di Lou Bellucci a una serata Diabolika.

Si, stiamo parlando di quelle serate lì, di quel periodo in cui il sabato sera, con l’amico che già aveva la macchina, si imboccava il raccordo e si usciva a Ciampino per andare all’NRG, al Diabolika. In quel periodo Emanuele Inglese, Dj Emix, D.Lewis e Paolo Bolognesi ogni sabato facevano ballare migliaia di pischelletti, quelli un po’ più criminali, a suon della house migliore d’Italia. In quel periodo Lou Bellucci e Henry Pass erano due icone, a Ciampino venivano da tutta Italia per farsi una serata diabolika. E spesso si organizzavano “trasferte” quando era il Diabolika a spostarsi, al Gilda on the beach di Fregene per esempio, o al Cocoricò di Riccione.

Elicottero Mejo, Scariche Cosmiche, Supa Disco, The Drill. Tracce epiche, che hanno segnato forse il miglior momento della storia della house romana e che ancora oggi sono presenti nelle playlist di chi quegli anni li ha vissuti, dal 2002 al 2006, ma anche di chi ne ha sentito parlare come “il periodo del Diabolika”. A metà tra sogno e realtà, ricordi di ricordi che si raccontano come si racconta un’impresa e, non si sa perche’, se ne va fieri.

“Siamo tornati semplicemente per rompervi il culo” questa un’altra frase d’apertura in occasione del “Diabolika History” del 2007. Uno stile così, ludicamente volgare, spensierato, quando l’Italia era più spensierata. L’esagerazione portata così all’estremo da sembrare innocente. Due trans che fanno eccitare migliaia di mani al cielo, di ragazzi totalmente su di giri.

Si, c’era chi si calava al Diabolika, quando andavano “le paste” e chi le prendeva “smascellava”. Le Mitsubishi, i cangurotti, le Calvin Klein, i cuoricini, ce n’erano centinaia di paste. Ma c’era anche chi passava la sua serata bevendo e basta. Tutti lì a dimenarsi per ore e a urlare “po po po po I love you scandalo”, con la tuta acetata dell’Adidas con le righe al lato, la canotta e gli occhialoni a mosca. Ai piedi le Squalo, le Silver o le Shox. Il bomberino quando faceva freddo.

Non ci scorderemo mai le file chilometriche, i buttafuori che sembravano supereroi, mille bottigliette d’acqua che giravano, le ragazze con i ciucci in bocca mentre ballavano, tutti bambini che si sentivano grandissimi. Con l’ambulanza gia’ pronta fuori dal locale per chi esagerava, la volante che girava fissa nel parcheggione di Ciampino, le persone all’uscita che vomitavano, e quelle che a fine serata si trovavano la macchina aperta.

Erano anni indimenticabili, quando non ti fregava niente di niente, e pensavi che D Lewis e Dj Emix fossero il top, non volevi mai smettere di ballare e quando la musica finiva urlavi a squarciagola: “metti pure n’altro disco, tanto noi nun se n’annamo”.

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