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Le coppie zombie

Di Francesco CianfaraniVi avverto subito, se pensate che il titolo non vi riguardi, avete il 99% di possibilità di sbagliarvi, perché solo l’1% delle coppie non si accontentano. Se il vostro “momento top” è una cena per il mesiversario in qualche ristorante sfigato che prenotate 5 giorni prima e poi tornate a casa a mezzanotte, mi dispiace ma non siete quell’1%.

Forse la statistica è esagerata, ma comunque è un numero impressionante. Ligabue cantava “lui e lei che stanno insieme solo con la colla”. Le vedi ovunque le coppie zombie, ormai neanche ci fai più caso. Li becchi in ogni posto ormai. Li vedi al semaforo in macchina muti che si guardano intorno, o al ristorante, che le uniche parole che si dicono sono: “Amore mi passi il sale” quando arriva il secondo, dopo antipasto e primo di silenzio. I primi due mesi lui le leggeva tutto il menù con voce dolce, i restanti 3 anni e mezzo ha parlato più con la cameriera che con lei. Che mentre li guardi su quel tavolino sono meno erotici di Papa Francesco che accarezza i lebbrosi, e l’unica intesa che hanno è quella della squadra di Ultimate Team di lui, quel gioco di calcio che lei odia tanto.

Invece di chiedere il sale, dovrebbero chiedersi: “ma che stiamo insieme a fà?”. Ma non se la fanno mai, sembrano obbligati da qualcuno. Non hanno più niente da dirsi ma continuano, continuano, continuano imperterriti a stare insieme, non li ferma nessuno. Non si vogliono lasciare, sperano ancora che da un giorno all’altro, all’improvviso, la loro storia diventi da mille e una notte.

Infondo ai loro cuori lo sanno entrambi che è finita da un pezzo, o forse che non è mai iniziata. Lo capiscono in ogni momento, anche al cinema: il primo Twilight l’hanno visto con lei che praticamente lo cavalcava e neanche guardava lo schermo, adesso tra i due c’è un seggiolino con sopra le giacche. E non c’è bisogno di uscire per capirlo, perché anche a casa la formazione tipo parla da sola: lui sbragato sul divano che guarda Chievo-Empoli e controlla il live di Fantagazzetta sull’iPad, lei col suo iPhone a farsi i cazzi della gente su Facebook, cazzi sicuramente più interessanti dei suoi.

Amici miei, ma non vi accorgete che qualcosa non va? E tu sei lì che glielo vorresti dire ma ti pare brutto, perché loro ogni volta che gli chiedi “Come va con tizio?” ti rispondono con un laconico: “Bene”. E saresti indiscreto a chiedergli come cazzo gli viene in mente di starci ancora, visto che loro non te ne parlano. Non ne parlano neanche con se stessi, figuriamoci con gli amici.

La verità è che le coppie che bruciano sono pochissime: quelle che si divertono, che ridono, che chiacchierano. Per le coppie inutili il massimo del divertimento è un cocktail al Bar della Pace dopo il cinepanettone all’Adriano.

Il problema è che la gente non sa più stare da sola. Basta che sta senza qualcuno vicino per un mese e a un certo punto, nel traffico, gli prende una disperazione catatonica, e inizia a mandare WhatsApp malati a tutti i “papabili”. Oppure, peggio, riscrive agli ex per rivederli, e magari ricominciare a trascinare la situazione. C’è gente che non riesce a far passare più di 6 mesi da una storia lunga all’altra. E ci sono persone che per tutta la vita vivono una storia sola, di cui si accontentano. E poi impazziscono a quarant’anni e sfasciano famiglie perché lui va con l’amica della figlia e lei con il maestro di Yoga. Contenti loro.

Una volta vidi il trailer di un film argentino sfigatissimo, in cui una ragazza chiedeva a un ragazzo cosa fosse per lui l’amore, e lui le rispondeva: “Desiderio, serenità e fiducia”. Mancava una cosa: il divertimento.

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