I dati dicono che nell’ultimo quinquennio il numero di club e circoli nella Capitale (+32%), ma i suoi abitanti preferiscono una vita sedentaria.
I romani non amano praticare sport. Di contro, negli ultimi cinque anni, il numero di circoli e l’offerta di attività sportive sono cresciute del 32% negli ultimi cinque anni. Sono dati sorprendenti che emergono comparando le ultime indagini di Unioncamere, ISTAT e Coni. Tra le metropoli italiane, infatti, Roma si conferma all’ultimo posto in classifica con una spesa per cittadino di circa 2 euro. La prima? Trieste, dove gli abitanti sono disposti a pagare in media fino a 50 euro per della sana attività fisica.
Un trend negativo che alcuni circoli della Capitale stanno cercando di invertire tramite eventi e promozioni destinati alle famiglie e soprattutto ai giovani. Questi ultimi, secondo uno studio firmato dall’ Università di Tor Vergata in collaborazione con US Acli Roma e Asdrc La Biglia, sono costretti a rinunciare allo sport principalmente per motivi economici (40% degli intervistati).
Tra i fattori determinati per chi invece accede alla pratica sportiva risultano un alto reddito familiare (32,8%) e la vicinanza degli impianti (84%). La situazione non migliora di certo a livello regionale: nel Lazio a praticare sport è soltanto il 25% della popolazione contro l’Italia del Nord dove è invece assai diffuso: il Trentino è la regione con la più alta percentuale di persone che praticano sport (39,1%), seguita da Lombardia (30,4%), Veneto (30,2%) e Friuli (30%).
Ma quali sono gli sport preferiti dai romani? Al primo posto c’è il calcio (18,3%) seguito dal nuoto (11,7%) e dalla pallavolo (10,8%). Troviamo poi danza (5,4%), tennis (5%), pattinaggio (3,8%), rugby (21,1%), ginnastica artistica (1,7%) ed equitazione (1,3%). In termini, invece, di affiliati a una Federazione, sul podio salgono calcio, tennis e atletica leggera come si evince dall’ultimo rapporto del Coni.
Dall’altro lato della medaglia Roma si conferma una città ricca di investitori e circoli sportivi. Secondo le rilevazioni di Unioncamere, infatti, tra il 2014 e il 2019 il numero di impianti è cresciuto del 32%, passando dai 1.786 di cinque anni fa agli attuali 2.360. Aumentano le piscine insieme alle strutture polivalenti (+145), le palestre (+113) e i club (+67). Anche gli enti sportivi proliferano con 249 strutture in più sul territorio. A livello regionale a guidare la classifica è la Lombardia (oltre 4mila attività) seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna (poco più di 2mila). In termini di variazione percentuale nei cinque anni considerati, però, al primo posto si colloca il Lazio (+30,4%), seguito dalle Marche (+30,2%) e dal Veneto (+30%). A livello provinciale Roma è davanti a tutti seguita da Milano (quasi 1.500) e Torino che sfiora quota mille.
Eppure “lo sport svolge a livello sociale e familiare perché è proprio nel suo DNA lo spirito di aggregazione, il divertimento e il relax: per questo, accanto alla quotidianità del centro sportivo abbiniamo molti eventi di natura solidale ” ha dichiarato Luigi Barelli, Presidente del Centro Sportivo Villa Flaminia, uno dei circoli top di Roma.