È dal comune laziale di Nemi che giunge la richiesta ufficiale di risarcimento delle due navi del folle Caligola andate distrutte dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale.
Inaugurate intorno al 50 d.C. in onore di Diana, furono rinvenute miracolosamente nel profondo del lago di Nemi tra il 1929 e il 1932 e in seguito esposte in un museo ad hoc, ma fu nella notte del 31 maggio del 1944 che avvenne il misfatto: i nazisti della Wehrmacht bruciarono in ritirata l’omonimo museo e le sue perle.
Per il primo cittadino Alberto Bertucci non ci sono dubbi: “la Germania si macchia della devastazione di un tesoro unico” – e, avvalendosi di preziose prove e testimonianze, azzarda sostenendo che – “si tratta innegabilmente di un atto di sfregio voluto”.
Ma il sindaco della cittadina laziale non si risparmia: “con l’ausilio di moderne tecnologie aspiriamo ad una collaborazione della Germania che possa fungere da exemplum per ravvivare il senso europeo”.
Pur allietando questa richiesta con un invito alla Cancelliera Frau Angela nel celebre gioiello dei Castelli Romani, è quasi certo che la Germania di oggi se ne laverà le mani perché “non rea dei crimini del passato”.