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Addio per sempre alla smart ForTwo, da marzo non verrà più prodotta

“Non piangere perché è finita, sorridi perché è successo”

Gabriel García Márquez

Come lo spieghi a un non romano cosa rappresenta la smart a Roma? Per capirlo devi aver guidato una smart su Lungotevere, infilandoti dove a stento passa un SH 125, devi aver parcheggiato una smart a piazza Fiume, mentre tutti gli altri sono al sesto giro e stanno per demordere e tornare a casa. Per comprenderlo fino in fondo devi anche esserti trovato, all’improvviso, una smart davanti in una parcheggio a spina di pesce che pensavi libero, odiandola.

Devi essere entrato nella ZTL dentro la smart della tua amica matta che apriva il portabagagli per non far vedere la targa alla telecamera, e devi aver sentito la smart come un complice Cupido, quando hai potuto dare un passaggio solo alla ragazza che ti piaceva perché per i suoi amici non c’era posto.

Qualcuno diceva “La smart logora chi non ce l’ha”, ma chi a Roma non ha mai avuto una smart? O non c’è mai entrato almeno per una sera? Pochissimi. La puoi amare o odiare, ma di sicuro la smart non lascia indifferenti.

Per questo la notizia della fine della produzione della smart ForTwo è piombata su Roma come una tempesta, di quelle di cui non si fa altro che parlare davanti a maritozzi, carbonare e spritz. Ai livelli dell’addio al calcio di Totti, dell’inizio dei lavori infiniti della Metro C o della morte di un Papa.

Ma a Roma, si sa, morto un Papa se ne fa un altro, e se la “smartina” va in pensione da marzo 2024, smart ha deciso di puntare su segmenti diversi, due SUV, che hanno già conquistato molti “smartisti” per cui il brand è una religione, perché smart a Roma è sempre stato un culto.

Di smart, come le conosciamo noi, se ne vedranno ancora per decenni, chi ce l’ha se la tiene come una Ferrari, per farla durare il più possibile, tant’è vero che le smart ForTwo usate sono arrivate a prezzi più alti del nuovo. E’ probabile che le vedremo come macchine d’epoca come oggi si vedono le Fiat 500 o le Vespe Piaggio. Basta pensare che c’è chi ha ancora la prima generazione, del 1998, e ne va fierissimo.

Quella di smart fu una rivoluzione metropolitana, l’avvento della prima ForTwo trasformò la mobilità cittadina in tutto il mondo, c’è un a.S. e un d.S., avanti smart e dopo smart, in particolare a Roma.

Adesso, sempre con la stessa attitudine, smart ha fatto uscire due nuove auto per raccogliere la pesante eredità, riuscendoci. Si chiamano #1 e #3, SUV e SUV coupé, sembrano astronavi, totalmente elettriche e con quel mood trendy friendly proprio di un marchio che è rimasto fedele al suo spirito, nato dalla joint venture tra Swatch e Mercedes, infatti, per i pochi romani che non lo sanno, smart sta per “Swatch Mercedes Art”.

Ci mancherai smartina, compagna di vita, traffico e parcheggio, qualcuno di molto romano cantava “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. Speriamo abbia ragione…

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