La Redazione, un commento a caldo – Abbiamo vinto, alla fine. Dopo 15 anni abbiamo vinto di nuovo. Era nell’aria ma date le ultime delusioni del cinema italiano, in profonda crisi da decenni, l’emozione era quella dell’inaspettato. Il personaggio Sorrentino è italiano, ma è un italiano atipico. Rappresenta il nuovo italiano, quello capace di coniugare le tradizioni passate, come il calcio e la pasta, la pizza e il mandolino, con un approccio moderno. Lo fa in una maniera contemporanea. Giusta sia per lo spettatore americano di vent’anni, ma anche per l’hipster italiano attaccato alle correnti indie.
Un personaggio capace di sconsacrare per un attimo il religioso palco degli Academy. Che gli puoi dire a uno che dice “thank you to Maradona” in diretta mondiale con in mano un Oscar. È un vincente, oltre che un folle. Una follia come quella dei sui film, una follia che ci piace.