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Roma

Chiude Pompi, il re del tiramisu’ diventera’ un ristorante cinese

Di Aldo Campeol – A marzo di quest’anno chiuse il ristorante trevigiano che inventò il tiramisu’, adesso chiude il locale che ha portato il tiramisu’ a Roma. Il re dei tiramisù dice addio alla sua sede storica, quella di San Giovanni. Il locale d’ora in poi servirà solo involtini primavera, perché probabilmente andrà in mano a cinesi. Chiude Pompi di via Albalonga, quell’ex latteria che cinquant’anni fa fece conoscere a tutti il tiramisù. Un business pazzesco esportato negli ultimi anni anche a Ponte Milvio, in via della Croce e ai Castelli. Ad avvisare la clientela un cartello dietro la cassa. Che è un’accusa contro il municipio ma anche un’offesa, secondo alcuni clienti cinesi, nei confronti della loro comunità. Recita l’avviso: “Grazie alla lungimiranza del municipio, residenti e cittadini avranno tranquillità e più tempo per imparare il cinese”. 

A scriverlo lo stesso proprietario, Roberto Pompi in trattativa con tre imprenditori, uno arriva dall’est Europa, due sono cinesi. Decisione sofferta quella del patron del tiramisù, schiacciato non dalla crisi ma da problemi di viabilità: “Prima eravamo tartassati dai vigili che multavano i clienti in doppia fila, poi col nuovo new jersey che ha ristretto la carreggiata gli affari sono crollati. Perdo 4000 euro al giorno“.

Se i fan del tiramisù sono in lutto, i cinesi sono molto offesi. “Sono rimasto scioccato da quelle parole piene di insofferenza razziale nei confronti di una comunità, la cui unica colpa è quella di aver avuto successo nell’imprenditoria in Italia  –  scrive in una lettera aperta Alessio W. Chen  –  Mi sento schiaffeggiato sia come cliente che come cittadino, nessuno deve offendere gratuitamente un altro gruppo etnico esponendo simili cartelli”.

Ma il signor Pompi si difende. “Nessun razzismo, per carità. Il mio voleva essere uno sfogo contro il municipio che non mi ha permesso di continuare a lavorare serenamente”. E nel cartello spiega il suo stato d’animo: “Recessione è quando il vicino perde il lavoro, depressione è quando il lavoro lo perde un tuo familiare. Panico quando lo perdono tutti i tuoi dipendenti…60”.

E mentre batte gli ultimi scontrini dietro la cassa, il patron del tiramisù più famoso a Roma racconta gli ultimi mesi difficili con i clienti in fuga per via del parcheggio introvabile. “Ho lottato fino all’ultimo prima di licenziare. Cinque mesi fa ci siamo tutti ridotti lo stipendio, togliendoci il super minimo. Ma non è bastato ad agosto sono stato costretto a mandare via 4 persone, a settembre altre 3. È stato un grande dolore, prima di allora avevamo sempre assunto. Razzista io? La mia soddisfazione più grande è stato vedere il cameriere indiano riuscire ad accendere un mutuo grazie allo stipendio”,

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