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Donne dipinte da donne, all’Auditorium la mostra gratuita di Paola Gandolfi

Photo Credits: Art Tribune
Photo Credits: Art Tribune

Tele macroscopiche, colori pop che sembrano gridare e, soprattutto, donne: presenti, monumentali, invadenti. Altro che muse ispiratrici in un angolino, queste donne si prendono tutto lo spazio, e pure un po’ del vostro. Sono loro il cuore pulsante di “Contrattempo”, la retrospettiva di Paola Gandolfi. E mo’ chi lo spiega ai nostalgici del “male gaze”?

Le figure femminili di Gandolfi prendono possesso del foyer Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica senza chiedere permesso, e lo fanno con l’irruenza di chi ha qualcosa da dire – e non ha intenzione di sussurrarlo. La mostra di Paola Gandolfi si inserisce nel progetto espositivo “The Female Gaze”, che negli anni ha dato spazio ad artiste come Alessandra Giovannoni, Elisa Montessori e Donatella Spaziani. Un titolo che suona quasi come una provocazione. E in effetti, lo è.

Gandolfi raccoglie il testimone e rilancia, ben felice di far parte di un progetto che ritrae le donne con gli occhi delle donne. Gandolfi è una ribelle; ha rifiutato scuole e facili categorizzazioni, mettendo appunto un’arte tutta sua, che si regge su un gioco di equilibri e contraddizioni: le sue donne sono impeccabili, ma nascondono tensione. I colori sono accesi e festosi, ma dietro c’è una rabbia sottile. Il glamour è presente, ma appena sotto la superficie qualcosa scricchiola.

Le quattordici tele esposte, molte delle quali inedite, raccontano una verità scomoda: le donne non sono più comparse. Sono al centro, senza bisogno di essere eroiche o esemplari. Belle? Sì. Ma alle loro condizioni. Eleganti? Certo. Ma non per compiacere nessuno. Ma attenzione, non aspettatevi manifesti gridati o pugni alzati: la pittrice femminista ci propone una rivoluzione elegante, con dettagli minimi e gesti accennati, con uno sguardo che scarta di lato o con un sorriso che sembra dire “so qualcosa che tu non sai”. Il loro modo di essere protagoniste è meno chiassoso di una protesta in piazza, ma non per questo meno efficace.

Il titolo della mostra, Contrattempo, prende spunto dal pensiero della filosofa femminista Geneviève Fraisse. Un contrattempo in musica è un elemento che rompe il ritmo, che si inserisce quando meno te lo aspetti, creando una frizione con l’armonia prestabilita. Ecco, le donne di Gandolfi sono quel battito fuori tempo, quell’accordo che non ti aspetti, ma che improvvisamente cambia tutta la melodia. Senza alzare la voce, senza sfondare porte a calci. Basta un dettaglio, un gesto, un’ombra di insofferenza sotto il trucco impeccabile. Perché il vero colpo di scena è proprio questo: la consapevolezza di sé.

Le donne di Gandolfi vi aspettano fino al 2 marzo 2025 nel foyer Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. L’ingresso è gratuito. Non sono ammessi contrattempi.

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