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Romanordismi: la settimana bianca

Di Giuseppe Valadier – Emanuele, Ludovica, Paolo e Lavinia sono pronti, si sono dati appuntamento a “piazza Giochi” per partire alla volta dell’unico posto di montagna che conoscono, Cortina d’Ampezzo, dove Paolo ha la casa da tre generazioni.

Emanuele e Ludovica arrivano in taxi perché si parte tutti e 4 con la RS6 del padre di Paolo, che da una settimana non fa altro che dire agli amici che “papà m’ha lasciato l’ammiraglia”. Anzi tutti e 5 visto che con loro c’è anche l’inseparabile Camillo, il bassotto nano chocolate di Lavinia.

Dopo baci, abbracci, formalità e il primo selfie su Instagram si sale in macchina verso il primo immancabile stop: pieno al benzinaio di fiducia, 160 euro, bottiglia di acqua di Nepi e pacchetto di gomme, paga tutto Paolo, anzi il padre di Paolo. Adesso si può partire, via verso l’A1.

Davanti Emanuele e Paolo che parlano del mercato di riparazione del Fantacalcio, dietro Ludovica e Lavinia sparano a zero su tutte le pischelle da piazza Ungheria in su.

Dopo mezzo viaggio a 200 fisso, prima tappa autogrill Cantagallo, per far fare pipì a Camillo e per prendere tutti una Rustichella con una Coca Zero, Lavinia solo verdure perché è diventata vegana. Si prosegue, si esce dall’autostrada dove il papà di Paolo dà un altro contributo al viaggio con il suo Telepass e si arriva nella perla delle Dolomiti, la meta più ambita da Roma nord, ma anche da Cosenza centro e Posillipo. Spenta la macchina davanti casa, Paolo non riesce a tenersela e fa la battuta più sputtanata degli ultimi 30 anni: “Alboreto is nothing”.

Arrivano poco prima di cena, in tempo per darsi una “rinfrescata”, prenotare l’Hotel de la Poste e acchitarsi come se dovessero andare al The Sanctuary. Cenone da 80 euro a testa e poi si striscia la carta “del papi”.

Il giorno dopo Skipass settimanale, che costa quanto lo stipendio mensile di un metalmeccanico di Mirafiori, e parte la vacanza sportiva. Sportiva nel senso che tutti alzano il braccio per fare 25 Stories al giorno, perché stanno più nelle baite a mangiare canederli e bere Radler che sulle piste. Poi classico percorso benessere, aperitivo a La Suite e la sera si va a sperperare i soldi dei genitori nei migliori ristoranti della valle.

E dopo 6 giorni in cui incontrano tutta “la Ponte Milvio che conta”, il sabato tornano a Roma ed escono per un Moscow Mule al Jarro, per incontrare le stesse identiche persone che hanno visto per tutta la settimana bianca.

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