Carlo Verdone fotografo? Ebbene sì, la sua mostra “Il colore del silenzio” è visitabile gratuitamente all’Auditorium Parco della Musica fino al 02 marzo 2025.
Carlo Verdone è il re della romanità, il maestro della risata pungente, amara e malinconica, l’uomo che ci ha insegnato che nella vita è meglio farlo strano che non farlo per niente. Eppure, dietro ai tic e alle nevrosi e dei suoi personaggi che ci hanno fatto ridere per decenni portando sullo schermo una romanità genuina e senza filtri, c’è anche un’anima contemplativa, quasi mistica. Ed è proprio quest’anima si svela nella sua prima mostra “Il colore del silenzio”, un viaggio fotografico firmato Carlo Verdone e ospitato all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone grazie alla Fondazione Musica per Roma, alla Fondazione Elisabetta Sgarbi e a La Milanesiana.
No, stavolta niente occhiali spessi o giacchette di tweed, qui Verdone mette da parte il cinema e tira fuori la macchina fotografica, mostrando un lato che forse pochi conoscevano: quello di un uomo che guarda il cielo, si perde ammirando la forma delle nuvole, immortala albe e tramonti come fossero “preghiere senza parole”.
Diciamoci la verità, non ce lo immaginavamo il buon Carlo in versione fotografo, e invece eccolo lì, con lo sguardo puntato verso l’alto, ad immortalare quello che semplicemente gli piace della sua Roma, della potenza e della grazia della natura, in un gioco di contrasti che, in fondo, è lo stesso che ha sempre caratterizzato il suo cinema: la risata che nasconde il dramma, la malinconia che si traveste da gag.
Da Borotalco alle nuvole, questa mostra è un regalo per Roma e per i romani; non solo per scoprire un Verdone inedito e straordinariamente autentico, ma anche per iniziare a guardare il cielo con occhi nuovi.
E se pensate che Carlo si sia improvvisato fotografo così, tra un film e l’altro, vi sbagliate di grosso. L’ispirazione, racconta, gli arriva da lontano, da giganti della pittura come Tiepolo, Monet, Turner e Constable, ma anche dalla musica strumentale ed elettronica di Brian Eno, Philip Glass, David Sylvian e Robert Fripp. Roba seria, insomma, in cui la musica ha un ruolo di prim’ordine; osservando le fotografie si ha infatti la sensazione di sentire una colonna sonora invisibile, fatta di silenzi e sospiri, di stupore e riflessione. È un Verdone che si racconta in un’autobiografia di istantanee, senza battute, senza personaggi, senza sceneggiature: solo con lo sguardo.
Se siete curiosi di scoprire questo Verdone contemplativo, ecco gli orari della mostra:
Dal lunedì al venerdì: 17.00 – 21.00
Sabato, domenica e festivi: 11.00 – 21.00
Comments
