Di Patrick de Gayardon e Scott – Roma Nord si sa, è il posto più eccitante di Roma. Per le pischelle l’adrenalina è talmente alta che la Red Bull sta pensando di sponsorizzarle come praticanti di sport estremi. Le ragazze di Roma Nord vivono una vita più adrenalinica di quella di chi fa Slackline sui dirupi delle Alpi, pur stando sempre a fare le stesse cose vicino a casa loro.
10. Slegare il cane
“Lo slego o non lo slego, lo slego o non lo slego”. Camilla arriva a Villa Balestra ma l’ansia ce l’ha già da quando accende la Smart. Sa che quando arriverà si troverà di fronte a una scelta: liberare o no Orazio, il suo Bulldog francese. I brividi che le scorrono dietro la schiena al momento della decisione sono simili a quelli dell’esame di maturità di una persona normale. Dopo un quarto d’ora in cui ha più ansia lei che tutti i cani del parco, la paura prevale e il povero Orazio, come sempre, resterà legato tutto il giorno.
9. Parcheggio stretto
Nel momento in cui mettono la retromarcia gli sale una tensione che manco Grosso al rigore decisivo della finale del Mondiale. Infilano la retromarcia (grattando la frizione 99 volte su 100) e contano fino a 3: 1, 2, 3, vado, mi butto. Il risultato è sempre lo stesso: un appoggino sul paraurti della macchina dietro e uno sulla macchina davanti. Ma comunque dopo faranno la foto per ricordarlo.
8. Il tavolo senza bracciale
Carlotta e Giulia sono al Bosco delle Fragole ma, per la prima volta in vita loro, non hanno il braccialetto. Gli amici che di solito glielo offrono sono partiti per il weekend e loro si ritrovano in pista con “il popolo”. A un certo punto però Carlotta non ce la fa più a stare tra i plebei, prende Giulia e provano la grande impresa: entrare al tavolo senza bracciale. Tra sguardi al buttafuori e ricerca di un posto dove scavalcare, alla fine ce la fanno, rimarrà una serata epica che racconteranno per anni: “Ti ricordi quella volta che siamo entrati al tavolo senza bracciale? Madonna mia!”.
7. Tragitto garage-ascensore
La paura degli zingari, dei rumeni e degli stupratori attanaglia (giustamente) qualunque ragazza a Roma Nord. Anche col portiere h24, 8 metronotte che girano continuamente, le telecamere a circuito chiuso ovunque e l’app sull’iPhone 6S per segnalare le emergenze, le paturnie nel percorso dal parcheggio della Mini in garage alla porta dell’attico dei genitori sono infinite. La loro faccia sembra quella della protagonista di Blair Witch Project mentre scappa dalle streghe nel bosco quando sentono un gatto che gli attraversa la strada, solo quando infilano la chiave nella serratura si sentono tranquille e mandano il Whatsapp al gruppo delle best friends: “Non sapete che paura…”.
6. Chiedere una sigaretta
Fede e Vale sono a Ponte Milvio con tutti gli amici, ma gli amici hanno un problema: hanno finito le sigarette. Allora mandano le pischelle a scroccarle, a quella proposta Fede e Vale si ghiacciano. Sanno che non possono dire di no e partono per la loro Odissea anche se è l’ultima cosa al mondo che vogliono fare: sia perché gli prende a male fare le scroccone, sia perché se per caso non dovessero riuscire nell’impresa la loro autostima scenderebbe vertiginosamente. Il tragitto verso i primi fumatori che vedono è interminabile, iniziano a sudare freddo e a guardarsi continuamente, fino al momento in cui neanche aprono bocca e i provola di turno gli regalano un pacchetto senza troppe storie, e iniziano ad abbracciarsi con giubilo come se fossero appena sopravvissute a un incidente mortale.
5. Il Pigneto
Ci sono zone in cui le pischelle di Roma Nord si sentono come i militari in prima linea in Siria. Già dalla fine della tangenziale, dove non arrivano mai, gli viene la paranoia. Dopo aver parchggiato, chiudendo lo sportello della loro 500 bianca sanno che è forse è l’ultima volta che la vedranno, perchè “in questi posti è pieno di ladri”. Durante tutta la sera stanno con l’ansia dei brutti ceffi, basta che uno gli chiede se vogliono un po’ d’erba e loro iniziano a urlare. All’una stanno già sulla via del ritorno per tornare al porto sicuro pieno di “brava gente”: Ponte Milvio.
4. Lo specchio
Un’ora e tre quarti di preparazione, 180 euro spesi al parrucchiere di Vigna Clara, due settimane per scegliere il vestito da comprare col bancomat di mamma, trucchi nuovi per l’occasione. E’ arrivato il momento clou, guardare il tutto allo specchio. I passi che separano Flaminia dallo specchio sono più lunghi di quelli dei condannati a morte verso la sedia elettrica. Lei li chiama “i tre metri verdi”. Da lì capirà tutto, quanto si piace, come andrà la serata, quali sono le sue aspettative, ma soprattutto quanto dovrà aspettare il povero ragazzo che da 20 minuti sta sotto al portone.
3. Il parcheggiatore abusivo
Fabiola arriva al parcheggio di Ponte Milvio, un tempo era contenta di pagare alla cassa, adesso ci sono solo “immigrati” che ti chiedono i soldi. Già da quando esce di casa ci pensa, che farò, che mi dirà, quanto gli dovrò dare. Arriva lì e parcheggia, e mentre mette il freno a mano intravede lui che si avvicina, sempre più vicino, sempre più angoscia. Fa finta di non vederlo, abbassa lo sguardo, finge di stare allo smartphone, ma lui è sempre lì, fermo davanti a lei che aspetta il suo euro. Fabi è tentata di chiamare Vittorio, il suo ragazzo, per dirgli di venire a prenderla, alla fine per non disturbarlo fa un atto di coraggio ed esce dalla macchina: ha solo 5 euro e glieli lascia senza guardarlo in faccia, ormai ha deciso, alle prossime elezioni vota Salvini.
2. L’attesa dei like
Chiara ha appena pubblicato una foto su Facebook, non l’avesse mai fatto. Refresha più volte Google Chrome di quando doveva sapere il voto al primo esame dell’università. Dopo 3 minuti solo un like, si è già pentita, sta per cancellare la foto. 5 minuti 3 like, la pressione sale sempre di più, inizia a bruciare calorie senza muoversi. 10 minuti solo 6 like, a quel punto le scelte sono due: o eliminarsi per sempre da Facebook o chiedere alle amiche, opta per la seconda, ma la foto gli è costata più o meno quanto un’ora di palestra.
1. Il dessert
La cena di Flaminia e Francesco all’Enoteca degli Spiriti è andata benissimo, sembra tutto tranquillo fino al momento in cui arriva la cameriera e dice la parola che Flaminia non avrebbe mai voluto sentire: “Dessert?”. A quel punto inizia in lei un senso di oppressione e turbamento e in pochi secondi gli passa tutta la vita davanti. Ha quasi preso una decisione, quando quello “stronzo” di Francesco chiede: “Che avete?”. A quel punto Flami è sconvolta, cerca di tenere duro ma alla parola “Tiramisù artigianale” non resiste, ormai è andata, la serata è da dimenticare.
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