E poi succede che ti svegli una mattina e ti dicono che a Roma è arrivato il futuro, che non dovrai più buttare le tue giornate in coda nel traffico perché a breve ci saranno non una, non due, ben tre nuove linee del tram. Sì, avete letto bene, quel mezzo su rotaie che nelle altre città europee esiste dalla notte dei tempi, da noi fa notizia come fosse il teletrasporto. Ma andiamo per gradi.
Nella sua prima seduta dell’anno, la Giunta Capitolina ha iniziato a mettere a terra quelli che fino a poco fa erano solo buoni propositi detti confusamente tra una fetta di panettone e il brindisi di Capodanno, approvando tre progetti di fattibilità economico-finanziaria per tre nuove linee del tram che intende finanziare partecipando al prossimo bando del Ministero dei Trasporti per il trasporto rapido di massa. Le tre nuove linee copriranno praticamente tutta Roma, da nord a sud, da est a… no sereni a ovest non c’arrivano neanche i tram del futuro.
Le tre nuove linee saranno:
- l’Anagnina-Torre Angela, con un investimento previsto di 410 milioni di euro, questa tratta intende migliorare i collegamenti nel quadrante sud-est, servendo anche l’area universitaria di Tor Vergata.
- la Piazza Mancini-Vigna Clara. Annunciata, discussa, rimandata e poi riesumata, questa tratta è ormai una leggenda metropolitana soprattutto per i residenti. Con un costo stimato di 130 milioni di euro mira a collegare il quartiere Flaminio con la stazione di Vigna Clara, riaperta nel 2022 dopo una lunga inattività.
- il prolungamento della Termini-Tor Vergata con un investimento da 48 milioni di euro punta a rafforzare la connessione tra il centro città e l’Università di Tor Vergata.
In totale, l’investimento supera i 700 milioni di euro, una cifra considerevole che testimonia l’impegno del Campidoglio nel migliorare la mobilità urbana e nel voler avvicinare le periferie alla rete di ferro. L’idea di fondo è ambiziosa: trasformare Roma in una città moderna, con trasporti pubblici efficienti e sostenibili. Questa volta sembra che ci siamo davvero! O almeno così dicono. Ma a questo punto il dubbio sorge spontaneo: i romani sono pronti ad andare nel futuro? Non è che per entrarci, ci vuole il permesso per la ZTL?
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